POLIGNANO A MARE (BA), CAPODOGLIO SENZA VITA INCAGLIATO SUGLI SCOGLI

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“Ha la coda mozzata”. Disposta l’autopsia

La carcassa di un capodoglio di circa otto metri di lunghezza in avanzato stato di decomposizione si è incagliata sugli scogli di Polignano a Mare, nella zona del porto turistico di San Vito, in provincia di Bari. Secondo i primi rilievi, il capodoglio sarebbe privo della coda e misurerebbe una lunghezza di circa sei metri. Solo parte della carcassa è affiorata, il resto si trova in acqua.
Al momento non si conoscono le cause della morte del cetaceo, in avanzato stato di decomposizione. Al momento non si conoscono le cause della morte. Sono intervenuti gli attivisti del Centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, personale medico veterinario dell’Asl e militari della Capitaneria di porto di Monopoli. L’esame autoptico per stabilire il periodo della morte e un prelievo di Dna saranno fatti domani sulla carcassa. L’esame genetico servirà a stabilire se il cetaceo facesse parte del gruppo che si è arenato sulla spiaggia di Vasto il 12 settembre scorso.
Nel caso dei capodogli spiaggiati, sotto accusa rimangono ancora – sottolinea Pasquale Salvemini, responsabile della struttura molfettese – “le tecniche invasive come l’air-gun che producono un rumore fortissimo che spaventa e disorienta non solo i capodogli ma i cetacei in genere. Questo trauma porta i cetacei ad una riemersione troppo rapida con conseguente permanenza di gas nei vasi sanguigni per una mancata decompressione”. Per Salvemini, l’episodio è l’ennesima testimonianza di come l’uomo e le sue azioni siano la causa della “morte del mare”. “Un mare malato di inquinamento e di cui viene interrotto il silenzio con pratiche di ogni genere – prosegue – Lo spiaggiamento di decine di tartarughe negli ultimi giorni lungo tutta la costa adriatica (Monopoli, Molfetta, Barletta, Margherita) e del capodoglio è senza dubbio l’ ennesimo campanello d’ allarme che il mare ci sta dando”. Salvemini prosegue chiedendo al governo di “cessare le pratiche di ricerca del petrolio con tecniche invasive che al momento confermano la loro pericolosità nel preservare la fauna marina continuare a sostenere la biodiversità”.

Tag: animali, maltrattamenti, mare
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