VITERBO, GIOSTRA DEL GALLINACCIO SENZA L'OCA APPESA DOPO 600 ANNI

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Il sindaco: “Prova di civiltà di cui andare orgogliosi”

Svolta dopo 600 anni: ieri, alla Giostra del Gallinaccio non c’è stata l’oca appesa al palo in balia dei cavalieri. Il 28 agosto di ogni anno a Ischia di Castro, in provincia di Viterbo, si svolge la festa patronale in onore di Sant’Ermete. Banchetti medievali e cortei storici, che culminano nella sfida dei quaranta cavalieri del Ducato di Castro vestiti dei colori delle cinque contrade locali. Questi uomini a cavallo si sfidano nella conquista del Palio, che consiste nella presa di un’anatra sana, a cui prima dell’evento viene praticata l’eutanasia. Questo accadeva fino a ieri, quando l’Enpa di Viterbo e il sindaco Salvatore Serra hanno spezzato una pratica anacronistica e crudele, come rivela un quotidiano locale. Anche se non tutti hanno gradito la decisione. “Abbiamo rotto una consuetudine di centinaia di anni e ovviamente immaginavo che ci sarebbero state della reazioni – ha detto Mauro Chiarle, presidente dell’Enpa Viterbo –: ma non abbiamo accettato le provocazioni. Il 2014 è stato l’ultimo anno in cui ad Ischia di Castro è stata appesa una oca per strapparle il collo. Noi avevamo anche portato un’oca di pezza per sostituire quella in carne e ossa ma è stata rifiutata dagli organizzatori, ma non importa anche se al mio collega, Stefano Latini, è stato spaccato il vetro del parabrezza dell’auto per mano di ignoti. Ha vinto il rispetto per gli animali e di questo devo dare atto pubblicamente al sindaco per il suo coraggio”.
“Ho ritenuto giusto che fosse evitata questa pratica perché esiste una legge sulla tutela degli animali che ne vieta l’utilizzo, anche da morte, per il pubblico divertimento – ha fatto sapere il sindaco Salvatore Serra –. I tempi cambiano e così ho parlato con il comitato dei cavalieri e con la Proloco che organizzano la manifestazione, facendoli ragionare sul fatto che ormai c’è una diversa consapevolezza nei confronti degli animali. Non c’è stato bisogno di emettere ordinanze, il sindaco nei piccoli centri è uno di famiglia, dunque ho voluto parlare e spiegare con calma e pacatezza perché era meglio non esporre più l’oca morta in piazza. Ho pensato che fosse giusto soprattutto nei confronti dei più giovani, che non devono pensare a un’animale come un oggetto, ma come un essere senziente che merita rispetto”.
“In merito alla fine dell’esposizione dell’oca morta in pubblico – ha concluso il primo cittadino – sono convinto che anche i compaesani che adesso sono contrari capiranno che invece Ischia ne trarrà un grande vantaggio a livello di immagine, perché questa è una grande prova di civiltà di cui potranno andare orgogliosi”. (Foto: reteluna.it)

Tag: animali
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