LA CAMERA APPROVA IL DISEGNO DI LEGGE CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE IN ITALIA

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È stato votato oggi alla Camera il ddl “antispreco alimentare”, un atto in linea con gli impegni sottoscritti nel Protocollo di Milano e con la battaglia portata avanti dalla Fondazione BCFN (legata alla Barilla) per ridurre lo spreco di cibo del 50% entro il 2020. Obiettivo è promuovere, in linea anche con quanto indicato da Papa Francesco, “modelli di consumo alternativi capaci di limitare gli sprechi ed incentivare la ridistribuzione di prodotti, anche alimentari, invenduti e non utilizzati per fini di solidarietà sociale”
Un atto importante quello del Parlamento, visto che nel mondo ci sono 795 milioni di persone che soffrono la fame mentre 2,1 miliardi di persone sono sovrappeso o obese. Se gli sprechi alimentari fossero rappresentati da un Paese, questo sarebbe il terzo principale produttore di anidride carbonica, dopo Stati Uniti e Cina. Una situazione ormai insostenibile? “Oggi è un bel giorno per la battaglia allo spreco di cibo. La Fondazione Bcfn (Barilla Center for Food and Nutrition) da anni si batte per la diffusione di una corretta cultura dell’alimentazione e della nutrizione, per raggiungere un sistema sostenibile per la salute dell’uomo e del pianeta”, ha dichiarato così Guido Barilla, presidente della Fondazione Bcfn.
Dei paradossi alimentari e delle possibili soluzioni in termini di salute e sostenibilità – come la lotta allo spreco alimentare – il Bcfn ne parla nella seconda edizione del libro “Eating Planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro edito da Edizioni Ambiente”. Nel libro si spiega come in Italia si sprechi il 35% dei prodotti freschi (latticini, carne, pesce), il 19% del pane e 16% di frutta e verdura prodotti. Lo spreco di cibo nel nostro Paese determina una perdita di 1.226 milioni di metri cubi l’anno di acqua, pari al 2,5% dell’intera portata annua del fiume Po e produce l’immissione nell’ambiente di 24,5 milioni di tonnellate CO2 l’anno, di cui 14,3 milioni per gli sprechi domestici. L’assorbimento della sola CO2 prodotta dallo spreco domestico in Italia richiede una superficie boschiva maggiore di quella presente in Lombardia.
Lo spreco di cibo da parte dei consumatori è in media tra i 95 e i 115 kg pro capite all’anno in Europa e nel Nord America mentre i consumatori di Africa sub-sahariana, sud e sud-est asiatico, ne buttano via circa 6-11 kg all’anno. Nei paesi in via di sviluppo il 40% delle perdite avviene dopo la raccolta o durante la lavorazione, mentre nei paesi industrializzati più del 40% delle perdite si verifica nelle fasi di vendita al dettaglio e consumo finale. Complessivamente, tuttavia, i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo tendono a dissipare all’incirca la stessa quantità di cibo, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate.
Una battaglia, quella contro lo spreco alimentare, che è partita da vari fronti. Sicuramente un ruolo importante lo hanno giocato anche due petizioni, “C’è chi spreca e chi muore: approviamo una legge contro gli sprechi alimentari” e “Stop allo spreco alimentare in Europa! #StopFoodWaste”, lanciate da Daniele Messina sulla piattaforma online change.org contro lo spreco di cibo. Una delle petizioni era indirizzata ai parlamentari mentre l’altra si rivolgeva alla Commissione Europea. Tutte e due le petizioni sono nate dall’ispirazione del Protocollo di Milano, promosso da Bcfn, e hanno raccolto rispettivamente quasi 70 mila firme la prima, e oltre 760 mila la seconda. Un successo senza precedenti che ha coinvolto, in meno di un anno, l’opinione pubblica su un tema che riguarda tutti da vicino e su cui ciascuno, con il proprio contributo, può fare la differenza.

Tag: ambiente, inquinamento
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