CACCIA, AL VIA LE RIAPERTURE. ITALIA RISCHIA PROCEDURA D'INFRAZIONE

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Enpa: “Marche e Umbria le regioni meno attente”

Dal 1° settembre per i cacciatori di molte regioni poco virtuose sarà possibile imbracciare i fucili: si tratta delle cosiddette preaperture venatorie, un vero e proprio regalo al mondo delle doppiette, da sempre autorizzate nonostante la contrarietà dell’ISPRA, l’assenza dei piani faunistico-venatorie, le minacce di aperture di procedure d’infrazione da parte dell’UE già anticipata con l’invio della PILOT 6955/14/ENVI. “In questo difficile momento per il nostro Paese non ci sarebbe veramente bisogno di fucili che invadono le nostre campagne, per divertirsi a sparare alla fauna selvatica, con gravi rischi per la tutela della pubblica incolumità” – commenta ENPA – “Le regioni, che hanno emanato orribili calendari venatori aprendo anche la caccia a specie particolarmente rare come il Combattente e la Moretta, stanno sfidando non solo la scienza ma anche l’Europa che da anni ci sta chiedendo una restrizione: in Italia si caccia troppo, si caccia male, si spara nel periodo di riproduzione e migrazione pre nuziale, e a specie in grave e conclamato declino. Per non parlare dei milioni di italiani che devono subire l’invasione nel proprio terreno dei cacciatori che hanno il privilegio – sancito dall’obsoleto art. 842 del Codice Civile – di entrare liberamente nei fondi privati”.
In merito alle preaperture, le maglie nere vanno a Marche ed Umbria, dove sarà possibile sparare già a ben 9 specie, contro il parere dell’ISPRA. A seguire il Friuli, con 8 specie. L’ENPA e le associazioni animaliste e ambientaliste ogni anno inviano alle regioni stesse delle richieste ben precise, senza mai ricevere risposta alcuna: sarebbero questi i futuri rappresentanti del nuovo Senato, prospettato da un Governo non certo amico degli animali?

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