I CANI DEL RIGOPIANO

Rimarrà a lungo nella memoria collettiva la tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), travolto da 120 mila tonnellate di neve e detriti il 18 gennaio scorso. Si piangeranno le vittime, si parlerà del miracoloso salvataggio di 11 persone (alcune sepolte per due giorni), vi saranno polemiche per la posizione dell’albergo (sotto un canalone che sembrava fatto apposta per convogliare le valanghe) e per il ritardo nel rispondere alle richieste d’aiuto prima che la slavina si abbattesse sull’edificio, spostandolo di circa dieci metri. Si discuterà, per chissà quanto tempo, delle carenze nella difesa del suolo di un Paese, l’Italia, che si sbriciola come la torta della nonna ed è ormai troppo impoverito per rimediare in fretta a decenni di omissioni.
Nel gran turbine di parole – alcune necessarie, altre opportune, altre un po’ meno – meritano un po’ di spazio le storie di animali. Innanzitutto quella di Lupo e Nuvola, la coppia di pastori abruzzesi che viveva al Rigopiano, conosciuta e coccolata da residenti e clienti. La prima colonna di soccorsi, quella arrivata con gli sci, li ha trovati davanti alle rovine, entrambi stremati, lei ferita e decisa a non abbandonare quel gran cumulo di detriti che aveva seppellito anche i loro cuccioli, nati da poco. Non sapremo mai come si sono salvati, probabilmente grazie a quel “sesto senso” che a noi uomini non parla più. Fortunatamente ce l’hanno fatta anche i piccoli: erano nel locale caldaie, che li ha protetti.

Poi ci sono tutti gli eroi a quattro zampe, in maggioranza anonimi, che hanno contribuito con il loro straordinario olfatto alle operazioni di salvataggio. Sono stati i cani da valanga, capaci di fiutare odori fino a cinque metri di profondità, a individuare i punti dove scavare per tirare fuori i superstiti dalle macerie, ben prima che arrivassero le sofisticate apparecchiature elettroniche di ultima generazione. Per percepire onde, occorre che le vittime abbiano con sé il telefonino. Per captare rumori, che i sepolti vivi abbiano la forza di gridare. Solo i cani sono infallibili: sentono la vita anche quando sta per spegnersi. Grazie, preziosissimi amici.

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Editoriale

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