“L’ ordine dei veterinari di Pescara sospende un veterinario condannato in via definitiva: non potrà esercitare la professione per sei mesi, secondo la Lav si tratta di una “sanzione irrisoria. Di quali colpe deve macchiarsi un veterinario, per essere radiato dall’ordine?” La LAV aveva chiesto l’apertura di un procedimento disciplinare al Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari di Pescara e l’Ordine lo ha sospeso: dal 25 novembre 2017 al 24 maggio del 2018 il veterinario condannato in via definitiva dopo la sentenza della Corte Suprema di Cassazione per i maltrattamenti dei beagle di Green Hill, non potrà esercitare la professione per sei mesi. ”Una decisione che ci stupisce – commenta la LAV – in considerazione della gravità delle azioni per le quali il veterinario è stato riconosciuto colpevole, avevamo chiesto la radiazione dall’albo!”. La sospensione di sei mesi dalla professione è quindi una sanzione non proporzionata alle colpe del veterinario che, come precisato nella richiesta di radiazione che la LAV ha presentato, si è reso ”colpevole di abusi nell’esercizio della professione”, ”con la sua condotta ha compromesso gravemente la sua reputazione e la dignità della classe sanitaria”, ”perdendo la buona condotta ha perso il requisito ineludibile, principio di carattere generale dell’ordinamento per esercitare la professione”, come previsto dal Codice deontologico che regola la professione veterinaria. ”Ci chiediamo, a questo punto, di quali colpe debba macchiarsi un veterinario, che dovrebbe operare ”alla promozione del rispetto degli animali ed al loro benessere in quanto esseri senzienti”, per essere radiato dalla professione – conclude la LAV – principio-base che il veterinario ha non solo ignorato ma calpestato, danneggiando l’intera loro categoria”.