E’ possibile un “danno all’erario” se la Lombardia approvera’ i due progetti di legge, in votazione domani in Consiglio regionale, sulla caccia in deroga di alcune specie di volatili protetti e sulla cattura di richiami vivi. Il Ministero dell’Ambiente lo ha scritto in una nota al segretario generale della Regione. Nella nota, riportata in un comunicato dei 5 Stelle, si ricorda che i due progetti appaiono “in contrasto” con normative nazionali ed europee, e comunque riguardano questioni su cui si deve procedere con “atti amministrativi” e non quindi pdl. “Quanto sopra – sottolinea la nota – si segnala anche in relazione ai possibili profili di danno all’erario derivanti dall’approvazione di norme in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria, e di tanto si invita ad informare tutti gli organi coinvolti nel procedimento di approvazione delle suddette proposte”. Anche per questo, la consigliera del gruppo misto Viviana Beccalossi ha chiesto una “presa di posizione forte” del governatore Attilio Fontana a favore dei due progetti di legge. “Ritengo infatti che solo un intervento netto e concreto della Giunta possa difendere il mondo venatorio dagli attacchi provenienti da molte parti, compreso – ha sottolineato – il Ministero dell’Ambiente che ha palesemente diffidato il Consiglio ad approvare nuove norme”. La sua richiesta e’ che domani Fontana sia presente in aula, o chieda a chi ha firmato le proposte di ritirarle assicurando che lui stesso procedera’ con atti amministrativi. “E’ l’unico modo – secondo Beccalossi – per consentire ai tanti cacciatori bresciani e non solo di continuare con un’attivita’ che non solo rappresenta una tradizione secolare, ma che e’ un concreto e importante sostegno all’economia locale”. Un ringraziamento al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e’ invece arrivato dai pentastellati. “La nota del Ministero dell’Ambiente non lascia dubbi – ha osservato il consigliere 5stelle Massimo de Rosa -. Come abbiamo denunciato, le deroghe alla Caccia in votazione domani, se approvate, rischiano di essere pagate mettendo le mani in tasca ai lombardi e agli italiani”.