In nome del criceto, per conto del dottore

Animali nei condomini. Ricapitoliamo. Su iniziativa della LAV, alla Camera dei Deputati qualche settimana fa è stato approvato un emendamento firmato dalla on.Giammanco, sostenuto dal relatore Torrisi e da altri deputati fra i quali il veterinario Viola, con il quale nella riforma del Codice Civile sarà inserito il divieto di prevedere nei Regolamenti condominiali lo stop alla convivenza con gli animali domestici http://www.lav.it/index.php?id=1039 Una bella vittoria per milioni di animali e famiglie finora discriminati soprattutto per gli effetti dei regolamenti di tipo contrattuale.

L’iniziale definizione proposta di animali “da compagnia” è stata sostituita con “domestici” dalla Commissione Giustizia di Montecitorio perché preoccupata che, dietro alla definizione “da compagnia”, si celasse il via libera alla detenzione di animali pericolosi come leoni e serpenti. In effetti, la definizione “da compagnia”, secondo l’Accordo Stato-Regioni del 2003 recepito con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, esclude dalla definizione “da compagnia” gli animali selvatici ma ciò non è bastato alla Commissione Giustizia e poi all’Aula della Camera.
Facciamo un passo indietro. E’ evidente che i problemi condominiali, questione da cui nasce l’esigenza di una riforma del Codice Civile sul tema, si riscontrano comunemente per i cani e, in maniera minore, per i gatti. Pur avendo 35 anni d’età, la LAV non è stata mai fatta partecipe, non è mai venuta a conoscenza, di problemi condominiali dovuti alla presenza di criceti in casa…
Eppure qualcuno si è preoccupato. I commercianti di animali esotici, certo, consci che l’indiretto messaggio del Legislatore è “non tutti gli animali possono essere tenuti in casa”. Ma anche, in primis in ordine cronologico, i veterinari della Sivae che assieme all’Anmvi stanno facendo fuoco e fiamme per riconvertire il termine “domestici” in “da compagnia”. Perché, questo hanno scritto, è una discriminazione nei confronti di specie innocue come il criceto. Ed è stato anche scritto che si preferisce tenere addirittura una capra o un maiale in casa (domestici), ignorando che esiste il Codice penale per sanzionare il maltrattamento degli animali (ma che lo ignorino, non è una notizia) piuttosto che tenere un silenzioso criceto o dei piccoli uccellini in gabbia… Che cattivi questi animalisti.
Ma, ecco il ma, la vera motivazione, malcelata per qualche settimana dietro al piccolo e povero criceto, è stata scritta dalla stessa Sivae su “La Professione Veterinaria” n.32, pagina 10 http://www.professioneveterinaria.it/archivio-annuale.html?view=sommario&id=434 nel voler far ritenere normale qualsiasi detenzione di ogni tipo di animali, esotici in primis, anche in appartamento. Perché ormai, sono… quasi domestici e sono equiparabili a molti cani. A proposito scrive il Consiglio Direttivo Sivae che “sauri o serpenti vengono riprodotti in cattività da generazioni (avviandosi peraltro sulla strada della domesticazione) il cui adattamento alla vita in appartamento non è da meno di quello di molte razze canine”.
La domesticazione è costata e continua a costare lacrime e sangue agli animali. C’è chi ancora la persegue, a forza, per tante altre specie, in nome di interessi che non sono certo quelli degli animali, con catture, prigionie, ammaestramenti, condizionamenti. La piccola ma simbolica e importante modifica del Codice Civile sui condomini – avversata da chi rischia di far affondare quanto fin qui ottenuto – non c’è dubbio che riflette due visioni diverse delle relazioni interspecifiche sul Pianeta. Peccato che quella diversa dalla nostra, si possa ammantare di sigle veterinarie che dovrebbero sulla carta avere a cuore il rispetto degli animali in quanto esseri senzienti.

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