“Attualmente, non ci sono prove scientifiche che suggeriscano che un animale specifico sia la fonte dell’infezione ma sono in corso studi per approfondire la questione”. Lo si legge – come riporta 9 Colonne – nel documento consultivo della World Small Animal Veterinary Association (Wsava). “I coronavirus appartengono alla famiglia dei Coronaviridae. Gli alfa e beta-coronavirus di solito infettano i mammiferi, mentre i coronavirus gamma e delta di solito infettano gli uccelli ed i pesci. Il coronavirus canino che può causare lieve diarrea nel cane ed il coronavirus felino, che può causare la Peritonite Infettiva Felina (FIP) nel gatto, sono entrambi alfa-coronavirus. Fino alla comparsa di nCoV-2019, che appartiene ai betacoronavirus, c’erano solo sei coronavirus noti in grado di infettare l’uomo e causare malattie respiratorie, inclusi il coronavirus della Sindrome Respiratoria Acuta Grave SARS-CoV (identificata nel 2002/2003) ed il coronavirus della Sindrome Respiratoria Mediorientale MERS-CoV (identificata nel 2012). Il virus nCoV-2019 è più geneticamente correlato alla SARS rispetto alla MERS, ma entrambi sono beta-coronavirus con la loro origine nei pipistrelli. Sebbene non sappiamo con certezza che questo virus si comporterà allo stesso modo della SARS e della MERS, possiamo usare le informazioni di entrambi questi coronavirus precedenti per avere delle indicazioni. Nelle ultime settimane sono stati fatti rapidi progressi nell’identificazione dell’eziologia virale, dell’isolamento del virus infettivo e nello sviluppo di strumenti diagnostici. Tuttavia, ci sono ancora importanti questioni che devono essere chiarite”.