AVVOCATO CORTE UE: INAMMISSIBILE IL DIVIETO DI MACELLAZIONE RITUALE

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Il diritto Ue è contrario ai principi della legge fiamminga che vieta la macellazione degli animali senza stordimento, anche nel caso di rituali religiosi. Come riporta Public Policy gli Stati membri possono adottare norme più rigorose rispetto a quelle previste dal diritto dell’Unione, ma sono tenuti a rispettare la deroga prevista per i riti religiosi. Lo afferma l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea, Gerard Hogan, pronunciandosi su richiesta della Corte costituzionale belga.
Numerose associazioni ebraiche e islamiche avevano impugnato il decreto della regione delle Fiandre.
Nelle sue conclusioni, l’avvocato generale propone alla Corte di “dichiarare che gli Stati membri non possono adottare norme che prevedano, da un lato, il divieto di macellazione di animali senza stordimento applicabile anche alla macellazione effettuata nell’ambito di un rito religioso e, dall’altro, un’altra procedura di stordimento per la macellazione effettuata nell’ambito di un rito religioso, basata sullo stordimento reversibile e sul precetto che lo stordimento non può portare alla morte dell’animale”.
In altri termini, gli Stati membri possono adottare regole più rigorose di quelle previste dal diritto dell’Unione, ma va rispettata l’esenzione prescritta per i riti religiosi, sottolinea.
“Non si può ignorare che l’osservanza dei riti religiosi per la macellazione degli animali è spesso difficile da conciliare con le moderne concezioni di benessere degli animali. La deroga è, tuttavia, una scelta politica che il legislatore dell’Unione aveva certamente il potere di fare”, spiega l’avvocato generale, il cui parere è generalmente seguito dalla Corte di giustizia.
“Ne consegue – conclude Hogan – che la Corte non può consentire che questa specifica scelta politica venga svuotata della sua sostanza in virtù del fatto che alcuni Stati membri stanno adottando misure specifiche in nome del benessere degli animali, che avrebbero l’effetto materiale di annullare la deroga. a favore di alcuni membri di confessioni religiose”.
L’avvocato generale afferma anche che “una situazione in cui un prodotto a base di carne risultante
la macellazione degli animali secondo riti religiosi può entrare molto semplicemente nel circuito
alimentare per essere essere consumato da clienti che non ne sono né consapevoli né informati
del modo in cui risulta che l’animale è stato macellato non è conforme allo spirito o alla
lettera dell’articolo 13 TFUE, secondo la quale gli Stati membri devono tenere pienamente conto
requisiti per il benessere degli animali”.
La Corte è stata interpellata dalla Corte costituzionale belga dopo che diverse associazioni ebraiche e musulmane hanno contestato il decreto della Regione fiamminga sui metodi autorizzati di abbattimento, risalente al luglio 2017. Il testo vieta la macellazione degli animali secondo i riti tradizionali ebraici e musulmani e richiede lo stordimento di questi animali prima della macellazione per ridurne la sofferenza

(Foto di repertorio)

Tag: animali, macellazione
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