Sono ben cinquanta i gatti scomparsi negli ultimi dieci mesi a Livorno, per opera di un killer beffardo e crudele che ha deciso di decapitarne almeno tre e lasciare le loro teste come macabri trofei nei viali dei parchi frequentati da sportivi e amanti degli animali. Come riporta Corriere.it il presidente dell’Ordine dei veterinari ha presentato denuncia ai carabinieri e dato l’incarico a una criminologa, medico specializzato anche in neurologia, per indagare e delineare l’identikit del massacratore seriale. “Le teste mozzate sembrano un atto di sfida – spiega Giovanna Bellini, neurologa clinica e criminologa forense che ha accettato gratuitamente l’incarico dall’Ordine dei veterinari -. Gli animali sono stati uccisi con premeditazione e le teste sono state lasciate in bella vista nei parchi e in luoghi periferici ma molto frequentati soprattutto da chi ama gli animali. Sui tre reperti sono stati eseguiti esami anatomopatologici e stiamo aspettando i risultati. Vogliamo cercare di capire qual è il profilo psicologico del killer e se è un uomo o una donna”. Uccidere e provocare sofferenze agli animali è un reato penale che prevede sino a due anni di carcere, ma le indagini che sono in corso a Livorno hanno anche altri scopi . “Spesso, come confermano molti studi, la violenza sugli animali ha correlazioni con i maltrattamenti in famiglia o di altra natura – spiega la criminologa – e dunque individuare il responsabile o i responsabile ha una valenza sociale importante”.
A contattare la dottoressa – riporta sempre Corriere.it – è stato Marco Melosi, presidente dell’Ordine dei veterinari della provincia di Livorno. “La violenza sugli animali è un cancro che va estirpato senza indugi – spiega – e il fenomeno in crescita della scomparsa dei gatti ci preoccupa molto. Certo, molti animali si perdono, altri finiscono uccisi dalle auto, altri ancora trovano asilo in nuove case, ma l’impennata dei casi non è da sottovalutare. E quelle teste mozzate sono un avvertimento terribile da non sottovalutare”.
(Foto di repertorio)