Altri due casi sospetti di peste suina a Roma nella stessa zona del caso zero, ovvero il parco dell’Insugherata. Come riporta Giulia Marrazzo su Ansa la Regione Lazio dà l’ok agli abbattimenti selettivi invocati anche dal sottosegretario alla salute Andrea Costa come deterrente per “contenere la diffusione del virus”. I due nuovi casi sospetti sono stati individuati, su 16 campioni, nella stessa area interessata dalla ‘zona rossa’, decisa da un’ordinanza della Regione Lazio, e dove stamane è partita l’installazione di reti metalliche per contenere la discesa degli ungulati nei quartieri più urbanizzati di Roma nord. I campioni sospetti verranno inviati all’Istituto zooprofilattico di Perugia per la definitiva conferma. Ora la corsa a contenere il virus serve anche a scongiurare che la malattia varchi il Grande Raccordo anulare, dunque si tenta di circoscriverla in un’area più controllabile: le indagini, spiega il commissario straordinario per la peste suina, Angelo Ferrari, hanno anche evidenziato come l’origine del virus ‘romano’ possano essere i rifiuti mangiati dagli animali, dunque un’origine diversa dai casi di Piemonte e Liguria. Anche per questo la Regione Lazio ha deciso per l’opzione abbattimenti selettivi “per non permettere che questa epidemia possa espandersi”, ha detto il capo di gabinetto della Regione Andrea Napoletano. Parole che hanno scatenato la reazione degli animalisti che chiedono misure “scientifiche”, di agire “sui rifiuti” e di essere ascoltati dalla Regione Lazio.
(Foto di repertorio)