Lo rivela una studio dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia
Solo i tedeschi fanno meglio di noi quando c’è da riciclare la spazzatura. Il sistema italiano della raccolta differenziata e del riciclo ha retto meglio di altri la crisi economica, che ha fatto diminuire i consumi e, nello stesso tempo, la produzione complessiva dei rifiuti. È quanto si apprende dallo studio e dal volume “Il riciclo ecoefficiente. L’industria italiana del riciclo tra globalizzazione e sfide della crisi”, un lavoro a cura di Duccio Bianchi (Istituto di ricerche Ambiente Italia), presentato giovedì scorso a Roma.
Ottimi i risultati registrati del nostro Paese per tutte le filiere del riciclo. Con 33 milioni di tonnellate di materie recuperate, infatti, l’Italia diventa seconda in Europa, alle spalle della Germania, diventando uno dei Paesi europei con la più solida base di riciclaggio.
Lo studio, giunto alla sua terza edizione, è stato promosso dal Gruppo di riciclo e recupero Kyoto Club e promuove l’Italia in un settore fondamentale per la salvaguardia del pianeta. I dati fanno riferimento al 2010 e sottolineano che, grazie ai processi di riciclo dei materiali, il Belpaese ha potuto evitare l’emissione di 53 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Una quota enorme, pari a circa il 10% del totale delle emissioni di cui è responsabile l’Italia in un anno. Vantaggi, che sottolinea il rapporto, rimangono anche se le materie prime seconde, ovvero quelle ottenute dal processo di riciclo, prendono la via dell’estero ed hanno un mercato globale. In particolare, per quanto riguarda plastica, carta, rottami ferrosi, alluminio e rame.
Ma anche legno, vetro e piombo sono materie seconde caratterizzate da un mercato continentale. L’Export mondiale delle nove principali materie prime seconde ha un valore superiore si 90 miliardi di dollari e vengono esportate 200 milioni di tonnellate.
Guardando all’Unione Europea, il fatturato del riciclo è in crescita dai 232 miliardi di euro del 2004 ai 319 miliardi del 2008, arrivando a coprire il 2,5% del Pil europeo. Non solo. Secondo lo studio, subito dopo il settore delle energie rinnovabili, il riciclo dei rifiuti è il più dinamico con un tasso di crescita annuo del 17%. Senza dimenticare che il buon andamento del settore si traduce anche in ottimi numeri sul fronte occupazionale, con oltre mezzo milione di dipendenti stabilmente impiegati, di cui 70 mila in Italia. Ossigeno puro per i nostri connazionali.