Secondoil 4° Rapporto sull’Economia circolare in Italia (Circular Economy Network, 2022), l’Italia è in testa per i “trend di circolarità”, confermandosi quindi come il Paese con maggiore incremento nelle proprie performance in materia di economia circolare negli ultimi cinque anni tra le cinque principali economie europee. Il Bel Paese, infatti, ottiene 20 punti e stacca di quattro Germania e Polonia, classificate in seconda posizione, mentre Spagna e Francia hanno totalizzato solo 14 punti.
A giugno 2022, l’autovalutazione sulla conoscenza dell’economia circolare tra le PMI italiane nel territorio ha dimostrato che solo l’8,83% dell’intero campione intervistato possiede una conoscenza “precisa” del concetto di economia circolare, mentre il 42,22% lo valuta come “media”; tuttavia, la risposta più comune è stata una conoscenza “modesta” (48,96%). All’interno degli sforzi per creare una società più sostenibile, vi è poi la gestione dei rifiuti, che genera circa 13 miliardi di fatturato e dà lavoro a 95 mila persone in Italia. Lungo la penisola, le Regioni più indietro rispetto le normative in quest’ambito sono Sardegna, Abruzzo e Umbria; mentre Campania ed Emilia-Romagna stanno compiendo dei passi importanti, e Toscana e Trentino-Alto Adige sono in forte consolidamento.
Secondo un Rapporto Ismea-Qualivita (2021), a dicembre 2021, si contavano 3.249 prodotti DOP, IGP, STG nel mondo, di cui 3.043 registrati nei Paesi europei. L’Italia ne ha il primato con 841 prodotti certificati. Questi prodotti rappresentano sul territorio italiano il 19% del fatturato totale dell’agroalimentare e costituiscono un solido traino per l’economia e l’export nazionale con circa 9,5 miliardi di euro di entrate, pari al 20% delle esportazioni italiane del settore nel 2020. Attualmente, le prime cinque regioni che superano 1 miliardo di valore economico delle filiere IG sono: Veneto (3,7 mld €), Emilia-Romagna (3,3 mld €) e Lombardia (2,1 mld €).
(Foto di repertorio)