CLIMA, ITALIA INDIETRO IN UE SUI PIANI DI ADATTAMENTO URBANI

CLIMA, ITALIA INDIETRO IN UE SUI PIANI DI ADATTAMENTO URBANI

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La capitale bulgara Sofia e le città irlandesi di Galway e Dublino hanno mostrato i migliori Piani urbani di adattamento climatico adottati fra il 2005 e il 2020 su un campione di 327 città medie e grandi di 28 Paesi europei, mentre “il panorama italiano risulta abbastanza indietro, sia in termini di numero di Piani urbani sviluppati, sia in temini di qualità: tra le 32 città italiane incluse nel campione, solo due – Bologna e Ancona – avevano nel 2020 un Piano di adattamento” probabilmente perché “il Piano nazionale è ancora in fase di adozione”. Lo afferma un gruppo di ricerca multidisciplinare coordinato dall’Università di Twente (Olanda) a cui hanno partecipato studiosi di vari stati europei, tra cui l’Italia, con l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Imaa) di Tito Scalo (Potenza) e con il Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento che ne ha valutato la qualità definendo per la prima volta criteri univoci. I Piani di adattamento climatico, spiega il Cnr in una nota, “rappresentano uno degli strumenti più efficaci a disposizione di Paesi, regioni e comuni per definire misure e azioni a livello territoriale per affrontare la sfida ai cambiamenti climatici e mitigarne l’impatto” ma mancava “una metodologia univoca per valutarne la qualità e verificarne i progressi nel tempo”, spiega la ricercatrice Monica Salvia del Cnr-Imaa. Quindi per la prima volta è stato definito l’indice di qualità, l’Adaptation Plan Quality Assessment (Adaqa), “che ci ha permesso di identificare i punti di forza e di debolezza dei processi di pianificazione dell’adattamento urbano nelle città europee”. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Npj Urban Sustainability, mostra che “le città sono migliorate soprattutto nella definizione degli obiettivi di adattamento e nell’identificazione di misure e azioni nei diversi settori” ma il panorama italiano risulta abbastanza indietro, sia in termini di numero di Piani urbani sviluppati, sia in temini di qualità perché “probabilmente, risente dell’assenza di un quadro di riferimento nazionale per supportare la definizione di strategie e Piani locali e regionali, spiega la ricercatrice.

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