AVIARIA, STUDIO: PUÒ INFETTARE BOVINI, TOPI, FURETTI. ECDC: SERVE MAGGIORE SORVEGLIANZA

I virus dell’influenza aviaria continuano a circolare, seppur a livelli bassi, tra le popolazioni di uccelli selvatici nell’Unione Europea e nello Spazio economico europeo (UE/SEE). Negli Stati Uniti, la trasmissione di virus dell’influenza aviaria altamente patogena HPAI A(H5N1) è stata recentemente osservata nei bovini da latte e sono stati segnalati quattro casi di influenza aviaria umana tra i lavoratori agricoli esposti al bestiame da aprile 2024.

Mentre la trasmissione dagli animali infetti all’uomo rimane un evento raro, i virus dell’influenza aviaria possono diffondersi ad animali selvatici, da fattoria e domestici, causando infezioni e focolai nel pollame e occasionalmente nei mammiferi. In particolare il virus ha raggiunto anche la popolazione bovina: si trasmette nei mammiferi attraverso il latte vaccino, infettando i topi, che, per esposizione, possono passarlo ai furetti. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati dell’Università del Wisconsin-Madison. Il team, guidato da Yoshihiro Kawaoka, ha caratterizzato l’agente patogeno dell’influenza H5N1, rivelando che il virus viaggia verso le ghiandole mammarie degli animali infetti.

“Mentre monitoriamo attentamente la situazione attuale dell’influenza aviaria, sia nell’UE che a livello globale, vi è motivo di una maggiore consapevolezza ma non di una maggiore preoccupazione. L’ECDC rimane impegnato nel nostro supporto alle azioni intraprese dalle autorità nazionali negli Stati membri dell’UE. Questa minaccia per la salute umana non deve essere sottovalutata ed è importante che restiamo vigili e proattivi nella nostra collaborazione congiunta”, afferma Pamela Rendi-Wagner, Direttore dell’ECDC.

(Testo Ecdc riportato da Agi, foto di repertorio)

Tag: aviaria, Ecdc, vigilanza
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