Si è conclusa l’attività di contrasto alla pesca abusiva ed al bracconaggio venatorio dei Carabinieri Forestali, coordinata dal Reparto Operativo – SOARDA (Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno agli Animali) del Raggruppamento Carabinieri CITES in sinergia con i Reparti Forestali dell’Arma dei Carabinieri operanti sul territorio del Delta del Po delle province di Ravenna e Ferrara. L’attività di contrasto – riporta Dire – ha portato al sequestro di circa 1.600 chilogrammi di pesce di varie specie (amur, carpe e pesci siluro) pescati con metodi non consentiti da soggetti di origine straniera già noti alle forze dell’ordine per reati e illeciti nello stesso settore. L’intervento tempestivo dei Carabinieri Forestali ha permesso di restituire all’ambiente naturale oltre 700 kg di pesce e la restante quantità di pescato è stata portata allo smaltimento non essendo idonea al consumo umano. Posti sotto sequestro anche l’attrezzatura (gommoni, reti, batterie e il furgone per il trasporto del pescato) e segnalata alla Procura della Repubblica di Ferrara una persona. Le acque interne delle province di Ravenna e Ferrara in Emilia Romagna sono tra i luoghi più interessati dal fenomeno della pesca illecita dell’ittiofauna di acqua dolce, con particolare riferimento a siluri, amur, carpe, carassi, lucioperca. I bracconieri uccidono i pesci attraverso scariche elettriche in acqua, avvalendosi di mezzi illegali quali gli storditori elettromagnetici.
(Pesce siluro, foto di repertorio)