Cacciatori all’opera, nonostante proteste ed embarghi
Anche quest’anno, dal 23 marzo alla fine di aprile, il governo canadese autorizza la caccia ai cuccioli di foca, una delle forme di abbattimento più cruente e spaventose al mondo. Questo nonostante il “disastro” dell’anno scorso, quando l’80 per cento dei piccoli morì a seguito dello scioglimento anticipato dei ghiacci. Stati Uniti, Messico, Unione europea, Russia hanno già messo al bando i prodotti derivati dai cuccioli di foca, ma le autorità canadesi continuano a consentire la caccia, praticata ormai solo da qualche centinaio di locali. Tra le motivazioni addotte per il via libera alla mattanza ci sono la riduzione della popolazione ittica e i possibili danni ai pescatori canadesi. Purtroppo il venire meno degli importatori tradizionali potrebbe essere compensato dall’aprirsi dello sterminato mercato cinese.
La strage avviene così. I cacciatori ammazzano i cuccioli a randellate o per mezzo di “hakapiks”, bastoni muniti di una punta metallica, e con ganci da barca li trascinano, spesso ancora vivi, sulle lastre di ghiaccio, dove le loro carcasse, ammucchiate, sono lasciate ad imputridire. Per la carne di foca, infatti, non c’è alcun mercato. Interessano solo le pelli. Veterinari che hanno assistito alla caccia certificano che per la macellazione non sono rispettati neppure gli standard previsti dalle leggi canadesi.
I cuccioli sono assolutamente indifesi e non possono sfuggire ai randelli dei cacciatori. Ogni anno le associazioni animaliste rinnovano il loro appello all’opinione pubblica di tutto il pianeta, perché eserciti la massima pressione possibile sul governo canadese.