Dopo i record nei livelli di riscaldamento globale nel 2023 e nel 2024 alcuni studiosi temono che la trasformazione del Clima abbia subito una notevole accelerazione. E’ quanto emerge da un nuovo articolo pubblicato su Nature. Ma il parere non e’ unanime, con gli scettici che puntano il dito sugli elementi climatici transitori – come ad esempio lo stato delle nuvole – che potrebbero aver influenzato le temperature record di questi anni senza necessariamente indicare un mutamento di trend per il cambiamento climatico del Pianeta. Proprio il susseguirsi nel 2023 e nel 2024 di punte di caldo anormali, viene indicato dai sostenitori della tesi dell’accelerazione come prova della stessa. Un altro motivo e’ che l’anno scorso e’ stato molto piu’ caldo del previsto. Gli scienziati avevano previsto che l’inizio del 2024 sarebbe stato caldo a causa di El Nino. Ma avevano anche previsto che le temperature sarebbero scese dopo che il modello meteorologico si fosse placato e le condizioni nel Pacifico equatoriale fossero tornate alla normalita’ lo scorso giugno. Invece, le temperature globali sono rimaste elevate, infrangendo altri record e rendendo probabilmente l’anno scorso il piu’ caldo mai registrato con un margine considerevole. Coloro che dubitano, invece, di un’accelerazione, sostengono che il massiccio picco di temperatura potrebbe finire per essere un’anomalia nei dati climatici, dovuto in gran parte alle nuove normative che riguardano l’inquinamento atmosferico causato dalle navi oceaniche. Nel 2020, l’Organizzazione marittima internazionale delle Nazioni Unite ha implementato una norma che richiede una riduzione dell’80 per cento delle emissioni di zolfo delle navi che navigano in acque internazionali. Un’analisi delle immagini satellitari, pubblicata ad agosto, suggerisce che c’e’ stata una netta riduzione delle tracce delle navi , che si formano quando le particelle di inquinamento contenenti zolfo seminano nebbie basse. I cambiamenti sembrano essere correlati alla piu’ ampia riduzione della copertura nuvolosa. Un team di ricerca ha identificato una riduzione della copertura nuvolosa bassa in alcune parti dell’emisfero settentrionale e dei tropici che, combinata con El Nino, sarebbe stata abbastanza grande da spiegare il picco di temperatura nel 2023. Ma la causa di questa diminuzione di copertura, e se possa essere attribuita alle normali variazioni climatiche, rimane un mistero. La riduzione dell’inquinamento atmosferico da sola non sembra spiegarla. Gli autori dello studio in questione suggeriscono che il riscaldamento globale stesso potrebbe causare una certa riduzione della copertura nuvolosa, creando un ciclo di feedback che potrebbe paradossalmente accelerare il tasso di cambiamento climatico per i decenni a venire.
CLIMA: SCIENZIATI TEMONO AUMENTO TEMPERATURA
Tag: clima
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Editoriale
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