Crudeltà natalizie

Eccoci piombati nelle feste natalizie e di nuovo, come ogni anno, la barbarie si ripete. Com’è possibile che il divertimento degli esseri umani debba corrispondere a massacri e sofferenza delle altre specie?
Tanto per cominciare, la tavola. Capponi, oche, tacchini, polli, cotechini abbonderanno sulla tavola dei cenoni di Natale e Capodanno degli umani. Piatti considerati “tradizionali” saranno esibiti con orgoglio dalle padrone di casa, come trofei che coroneranno la riuscita della loro performance basata sul sacrificio di quei poveri animali.
Per ognuno di quegli animali sacrificati bisognerebbe mettere sui tavoli imbanditi una lapide con la descrizione della vita condotta dallo sfortunato essere, oppure dare ai commensali un foglio che racconti l’esistenza di ognuno degli esseri che stanno per divorare, come si fa quando si regala un diamante. Forse rovinerebbe per un attimo l’appetito… o forse no.
Bisognerebbe chiedere a quei commensali se sanno che cosa sia e che vita abbia condotto, ad esempio, il cosiddetto “cappone”, piatto “tradizionale” natalizio. Un gallo che è stato castrato da piccolo e messo all’ingrasso, cresciuto nell’oscurità per rendere più morbida la carne. Questa è stata la sua vita e il suo destino, segnato fin dalla nascita. O chiedere se sanno come sono cresciuti, vissuti e morti quell’oca e quel tacchino che mangeranno al cenone di Capodanno, o come è stato ottenuto il cotechino. Può essere considerato un test per misurare la sensibilità delle persone.
Le feste natalizie sono viste sempre con timore da chi ama gli animali perché sa che il divertimento degli uomini è direttamente proporzionale alla sofferenza dei non-umani. I botti di Capodanno, ad esempio. Si stima che ogni anno in Italia almeno 5000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi, circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, tra i quali non mancano casi di rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento ed effettuano una fuga istintiva rischiando di colpire mortalmente un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Negli animali domestici, un botto crea forte stress e spavento tali da indurre i gatti e i cani a fuggire dai propri giardini e recinti, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio. Agli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da spavento. Per fortuna oggi molte città, Torino in testa, hanno posto un divieto ai botti, ma questa usanza incivile non si è fermata ed è certo che anche quest’anno provocherrà migliaia di vittime innocenti per il “divertimento” degli esseri umani.
E che dire dei circhi? Il circo con gli animali a Natale è un’altra di quelle usanze barbare e diseducative che purtroppo vengono non solo ammesse ma anche sponsorizzate: il governo italiano nel 2013 ha aumentato i finanziamenti pubblici ai circhi con animali. Ormai tutti sanno a quali torture e umiliazioni vengono sottoposti gli animali nei circhi, eppure continuano a esserci genitori irresponsabili che portano i loro bambini ad assistere a quello spettacolo degradante e incivile, basato sulla sofferenza delle altre specie. Per fortuna esistono i circhi senza animali, come il circo Zoppis che proprio in questo periodo a Torino sta dimostrando come non ci sia affatto bisogno di torturare e umiliare degli esseri innocenti e in prigionia per far divertire bambini e grandi.
Insomma, anche quest’anno milioni di persone si lanceranno in feste, cenoni, veglioni, bagordi senza voler prendere coscienza che il loro piacere è basato sulla sofferenza di altrettanti milioni di creature viventi per le quali questo periodo dell’anno è soltanto una grande e infinita sofferenza.

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