E’ fermo dal 5 dicembre scorso alla Conferenza Stato-Regioni il Piano Lupo del ministero dell’Ambiente. Il motivo del blocco e’ la norma che prevede la possibilita’ di abbattimento controllato dei lupi, voluta da alcune Regioni e contrastata da altre. Come riferiscono all’ANSA fonti del ministero, l’empasse e’ sorto perche’ le Regioni Toscana, Veneto e Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano sono favorevoli all’abbattimento, mentre altre Regioni sono contrarie. Il ministero a dicembre avrebbe voluto approvare il Piano stralciando la norma sulla abbattimenti e rinviando la sua approvazione di due anni. Il contrasto fra gli enti locali ha impedito anche questa soluzione di compromesso. Le Regioni il 5 dicembre scorso hanno chiesto un ulteriore periodo di riflessione, mandando il Piano su di un binario morto. Il progetto del ministero prevede una serie di misure per la gestione dei lupi: promozione di sistemi di prevenzione naturali (cani pastori, rifugi, recinti elettrificati), rimborsi piu’ rapidi agli allevatori, gestione dei pascoli, lotta agli incroci con i cani, nucleo anti-bracconaggio dei Carabinieri. Su queste previsioni c’e’ consenso generale da parte delle Regioni. L’unico vero motivo di contrasto sono gli abbattimenti controllati. Tocchera’ ora al prossimo ministro dell’Ambiente decidere se varare o meno il provvedimento e se autorizzare o no la caccia ai lupi.
Nel frattempo registrando un vero e proprio boom di firme la petizione online, lanciata dall’assessore altoatesino per l’agricoltura Arnold Schuler, per chiedere piu’ competenze alla Provincia di Bolzano per la gestione del lupo. In poco piu’ di 24 ore sono state raccolte 12.000 firme. La petizione chiede a Bruxelles “che si adottino immediatamente le necessarie misure per abbassare il livello di tutela del lupo”, mentre a Roma “che si adottino immediatamente le necessarie misure per rendere possibile il prelievo controllato del lupoin Alto Adige, in armonia con le direttive europee”.