Non solo i robot-piante ma dei robot ispirati ai semi: piccoli, morbidi, intelligenti e biodegradabili, potranno disperdersi autonomamente nell’ambiente, avvitandosi nel suolo o volando nell’aria, per agire come sensori e monitorare parametri quali temperatura, umidità, concentrazione di anidride carbonica e inquinanti. Come riporta Ansa il loro sviluppo è al centro del nuovo progetto di ricerca europeo I-Seed, finanziato con 4 milioni di euro dall’Unione europea e coordinato dalla ricercatrice dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) Barbara Mazzolai, alla quale si deve il primo robot pianta al mondo. Per l’Italia sono coinvolti anche l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e l’Istituto sull’inquinamento atmosferico (IIA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Il progetto I-Seed mira a sviluppare due tipi di robot seme: I-Seed ERO, che penetrerà nel terreno attraverso un movimento reso possibile dalla sua forma a cavatappi, e I-Seed SAM, che volerà e opererà in aria e sulla superficie del terreno. La dispersione dei semi avverrà attraverso un drone che li spargerà su campi coltivati o praterie: mediante un software specifico, i ricercatori saranno in grado di tracciare la loro posizione e monitorare le condizioni del terreno.
(Progetto I-Seed, foto Istituto Italiano Tecnologia)