Il mondo sta affrontando una perdita di 23 trilioni di dollari (23mila miliardi) per via del degrado del suolo di qui al 2050. La stima è messa a punto dall’Onu e diffusa dalla Conferenza della Convezione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione, la Cop16 a Riad in Arabia Saudita. Il vertice si è concentrato “su siccità, degrado, ripristino”. Per avere una gestione sostenibile del territorio, “un elemento fondamentale della strategia aziendale finanziaria, i privati sono invitati a investire” sul suolo. Fermare questa avanzata di degrado del suolo “costerebbe” invece “4,6 trilioni di dollari”. Secondo l’Onu “la siccità è aumentata di quasi il 30% dal 2000, minacciando agricoltura e sicurezza idrica. Fino al 40% del territorio mondiale è in stato di degrado, il che significa che la sua produttività biologica o economica si è ridotta”.
La Convenzione per la lotta alla desertificazione mette in guardia sui rischi della siccità e della perdita di ‘terra’: “Le conseguenze potrebbero essere disastrose sul clima, sulla biodiversità e sui mezzi di sussistenza delle persone, così come sulle imprese, grandi e piccole”. Poi, “entro il 2050 l’economia globale potrebbe perdere 23 trilioni di dollari a causa del degrado, mentre fermare questa tendenza costerebbe circa 4,6 trilioni di dollari”. Secondo il segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione Ibrahim Thiaw “il settore privato può svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere l’uso sostenibile del territorio. E’ fondamentale per le strategie aziendali e finanziarie. Il passaggio a operazioni, catene di fornitura e investimenti rispettosi dell’ambiente non riguarda solo la sostenibilità ambientale ma anche la redditività a lungo termine e la resilienza delle aziende”.
SUOLO, ONU: DAL DEGRADO PERDITE PER 23 MILA MILIARDI DI USD FINO AL 2050
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Editoriale
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