Una moratoria di tre anni sul divieto di utilizzo degli animali nella sperimentazioni per la ricerca sulle sostanze d’abuso e gli xenotrapianti d’organo. Come riporta Ansa è questo quanto chiesto, in una lettera al premier Giuseppe Conte, quattro direttori scientifici di strutture di ricerca italiane a nome di tutti i ricercatori: l’Istituto Nazionale dei Tumori, l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare, l’Ospedale San Raffaele di Milano e l’istituto Mario Negri di Milano. Nelle ultime settimane, sostengono Giovanni Apolone, Marco Foiani, Gianvito Martino e Giuseppe Remuzzi, si sarebbe “scatenato un violento attacco alla ricerca biomedica, che usa come pretesto il termine ‘vivisezione’, pratica fuori legge in Italia e in tutta Europa, con l’obiettivo di precludere al nostro paese la pratica legale, strettamente regolamentata e delimitata, nota come sperimentazione animale”. Ciò porrebbe l’Italia, secondo i ricercatori, in una condizione “di inferiorità e manifesta inaffidabilità nei confronti dei colleghi europei”, e rischia di precludere l’accesso a fondi comunitari, scoraggiando anche il rientro di diversi ricercatori e spingendone altri ad abbandonare il paese. Molte ricerche possono utilizzare metodi alternativi, continuano, “ma altre fondamentali necessitano – in misura controllata in quantità e qualità da commissioni istituzionali – dell’impiego di animali. Neanche l’ultimo grande successo della ricerca italiana, l’isolamento del coronavirus, sarebbe stato possibile senza le metodologie messe a punto anche grazie alla sperimentazione animale”.