In occasione del World Wildlife Day, l’Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali, ha presentato due interrogazioni parlamentari gemelle (una alla Camera dei Deputati e l’altra al Senato della Repubblica), rivolte al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica in merito alla necessità di introdurre un divieto di importazione, esportazione e ri-esportazione, da e per l’Italia, dei trofei di caccia ottenuti da animali appartenenti a specie protette, ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES).
Humane Society International/Europe (HSI/Europe) accoglie favorevolmente l’iniziativa sostenuta da numerosi onorevoli, senatori e senatrici, appartenenti a buona parte dell’arco parlamentare e attende una sollecita risposta dal Ministero, che dichiari se intende seguire le sollecitazioni del Parlamento europeo e l’esempio di altri paesi europei e vietare l’importazione di questi trofei di caccia che minacciano la sopravvivenza di molte specie in pericolo.
Infatti, a ottobre 2022, tramite una propria risoluzione, il Parlamento Europea ha esortato la Commissione e gli Stati Membri ad “adottare misure efficaci immediate nel quadro degli impegni delineati nella strategia dell’UE sulla biodiversità al fine di vietare l’importazione di trofei di caccia derivati da specie elencate nella CITES”. Tra il 2014 e il 2020, come riportato dai dati pubblicamente consultabili nel database CITES, i cacciatori di trofei hanno importato legalmente in Italia ben 437 trofei di caccia provenienti da specie di mammiferi protette a livello internazionale – come ippopotami, rinoceronti, elefanti, leoni, leopardi, orsi polari e moltissimi altri. Un simile divieto incontrerebbe il favore del 74% della popolazione italiana, come rivelano i risultati del sondaggio commissionato da HSI/Europe.
HSI/Europe, ha lanciato nel 2020 la campagna #NotInMyWorld, per fermare il coinvolgimento dell’Italia nella caccia al trofeo e ha già collaborato alla presentazione di una proposta di legge nel 2021 e una nel 2022, nonché di due emendamenti alla legge di bilancio a dicembre 2021 e 2022, nessuno dei quali, purtroppo, tradottosi in norme cogenti, sono entrati in vigore. Tali proposte non solo prevedevano un simile divieto per tutte le specie protette ai sensi della CITES, ma anche specifiche pene per la violazione e la confisca dei trofei, nonché lo stanziamento di fondi per la formazione delle Forze di Polizia, finalizzata al contrasto del commercio illegale e al controllo del commercio internazionale e della detenzione di dette specie. Inoltre, a novembre 2022, l’organizzazione internazionale per la protezione degli animali, aveva rivolto un appello diretto al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, senza però ricevere riscontro.
L’Onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, dichiara: “Diversamente da quanto si potrebbe credere a prima vista, l’importazione, l’esportazione e la riesportazione di trofei di caccia da animali come tigri, rinoceronti, ippopotami, non è una pratica così marginale nel nostro Paese. Si tratta di numeri significativi in un contesto di quasi-estinzione delle popolazioni animali più minacciate, a maggior ragione se si considera che un patrimonio inestimabile potrebbe scomparire per futili motivi come il divertimento e l’esibizionismo dei cacciatori. Perciò chiedo che il governo intervenga con iniziative legislative e con il massimo impegno nelle sedi internazionali competenti per mettere fine a questa pratica anacronistica, peraltro invisa alla maggioranza della popolazione italiana”.
La Senatrice Dolores Bevilacqua del Movimento 5 Stelle afferma: “Con le nostre interrogazioni chiediamo con forza al Ministro di porre un freno a questa pratica crudele e neocoloniale, ascoltando la voce dei cittadini che si oppongono all’uccisione di animali con il solo scopo di «abbellire» il proprio salotto. Si tratta, per di più, di specie protette da norme internazionali e nazionali. Per limitare questa barbara e insensata pratica al Ministro basta solo indicare ai propri uffici di non rilasciare più licenze di importazioni. Ci auguriamo che lo faccia al più presto”.
Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di HSI, dichiara: “È giunto il momento per il Governo italiano di agire con responsabilità, come ha chiesto il Parlamento Europeo. Sulla scia di Paesi Bassi, Francia e Belgio, da ultimo, nell’aprile 2022, anche il Ministero dell’Ambiente tedesco ha annunciato l’intenzione di restringere l’importazione di trofei di caccia, seguito dal Ministero dell’Agricoltura del medesimo paese che solo qualche settimana fa si è espresso pubblicamente contro la caccia al trofeo. Anche altri Stati Membri stanno attivamente valutando proposte per limitare o vietare l’importazione di trofei di caccia ed è ora che l’Italia si unisca a loro. Accogliamo pertanto con favore le interrogazioni parlamentari presentate alla Camera e al Senato e ci auguriamo che riceveranno pronta e adeguata risposta dal Ministro Fratin per contrastare efficacemente l’uccisione insensato di animali protetti”.
Cronologia dell’attività politica:
- Dicembre 2021: presentato l’emendamento 157.0.6 alle Legge di Bilancio 2022 – ammesso ma non segnalato;
- Dicembre 2021: depositata proposta di legge, A.C. 3430;
- Ottobre 2022: depositata proposta di legge, A.C. 37;
- Dicembre 2022: presentato l’emendamento 114.012 alla Legge di Bilancio 2023 – non ammesso;
- Marzo 2023: presentate due interrogazioni parlamentari gemelle alla Camera (numero atto non ancora pubblico) e al Senato (atto n. 3-00254).