La guerra in Ucraina ha fatto esplodere, oltre al costo del gas e del carburante, anche quello dei mangimi, che arrivano in maniera sempre più contingentata visto anche il blocco alle esportazioni di mais dall’Ucraina e dall’Ungheria. Come riporta Askanews citando Coldiretti ciò ha comportato il taglio fino al 10% le razioni di cibo a mucche, maiali e polli negli allevamenti italiani. Alcune stanno lavorando in perdita per riuscire a nutrire i propri animali per effetto della carenza di materie prime che ha costretto ai primi razionamenti anche i supermercati. Ad esempio, Unicoop Firenze ha deciso di mettere un tetto a chi compra olio di semi di girasole, farina e zucchero. La decisione degli allevamenti sta provocando effetti sulle forniture alimentari con riduzioni della produzione di latte, carne e uova. Come ha accennato qualche giorno fa Assalzoo si rischiano anche abbattimenti di animali.
“Ci troviamo in una situazione di crisi — ha dichiarato Gian Marco Centinaio, sottosegretario al ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali a Radio anch’io su Rai Radio1. “Chiederemo all’Europa di sbloccare un milione di ettari, quelli bloccati dai fondi di rotazione e soprattutto ci sono dei terreni inutilizzati, per salvare il salvabile. Fino a fine marzo il mais lo si può ancora piantare” conclude.
(Foto di repertorio)