Modificare il progetto di legge 19.25 sul randagismo al fine di incoraggiare “una cooperazione strutturata tra associazioni, autorità, comuni e cittadini, garantendo che il benessere animale e la salute pubblica coesistano in modo armonioso”. È quello che chiede la Rete nazionale per la protezione degli animali e lo sviluppo sostenibile in Marocco (Rapad) di cui fa parte Ahmed Tazi, presidente dell’Associazione per la difesa degli animali e della natura di Rabat (Adan). In particolare si chiede di abrogare l’articolo 44 che impone multe salate ai cittadini che nutrono animali randagi negli spazi pubblici perchè “non è in linea con i valori sociali, le tradizioni culturali e i principi religiosi del Marocco, che sottolineano la compassione e la gentilezza verso tutti gli esseri viventi – sottolinea Tazi – Abbiamo anche suggerito una revisione dell’articolo 5, al fine di promuovere un approccio più equilibrato e umano, fondato sulla responsabilità condivisa e la collaborazione tra cittadini e autorità locali”. Fra i punti della proposta, aree designate per nutrire i randagi nel rispetto delle norme igieniche, determinate da “decreti attuativi”. E ancora, “ogni animale malato deve essere portato al centro locale di cura per ricevere un trattamento adeguato”. Tazi è favorevole a una collaborazione tra settore pubblico e privato: “le autorità potrebbero fornire supporto logistico e veterinario, mentre le organizzazioni della società civile potrebbero contribuire con campagne di sensibilizzazione e la gestione di punti di alimentazione comunitari in ogni quartiere”.
Editoriale
LA “LAUDATE DEUM” E I PASSERI DELL’EVANGELISTA
5 Ottobre 2023
di Danilo Selvaggi* “Laudate Deum”, la nuova Esortazione apostolica di Papa Francesco, rappresenta un aggiornamento dell’enciclica “Laudato si”, di cui ...
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