BIOLAB: STOP AL MEAT SOUNDING PARALIZZA IL SETTORE VEG

”Certo è assai strano che mentre si continua a parlare di transizione ecologica e a chiedere ai cittadini comportamenti più responsabili e sostenibili, a partire dalle scelte alimentari, poi dall’Europa arrivi una forte penalizzazione per un settore che rappresenta, ad oggi, un’alternativa valida al consumo di proteine animali”. Lo dichiara Massimo Santinelli, fondatore e amministratore delegato di Biolab, società goriziana specializzata in alimenti plant based, commentando un l’emendamento approvato al Parlamento Ue che mette al bando l’uso di denominazioni di origine animale per prodotti derivati da proteine vegetali. Dal 2028, appena terminato l’iter normativo, le aziende produttrici, come Biolab, non potranno più utilizzare in etichetta denominazioni come ‘burger veg’, ‘hamburger di soia’, o ‘polpette di ceci’. Sono a oggi 28 le denominazioni che sono entrate nella black list del regolamento. Una penalizzazione importante per un settore che sta diventando trainante: Biolab, che anni fa fatturava otto milioni, per il 2026 punta ai 26 milioni. E Fvs Sgr, società controllata dalla finanziaria regionale Veneto Sviluppo ha acquisito una partecipazione del 53% nel capitale di Biolab, diventandone socio di maggioranza. “Ci auguriamo – dice Santinelli – che l’iter normativo alleggerisca la penalizzazione complessiva votata dall’Europarlamento e che l’Europa rimanga coerente con gli intenti annunciati di transizione sostenibile e di benessere animale”. Nata nel 1991 come laboratorio artigianale, Biolab è oggi al terzo posto in Italia per la produzione e di alimenti biologici, vegetariani e plant based. Con tre stabilimenti a Gorizia e uno a San Daniele del Friuli, acquisito nel 2025 dal salumificio Brendolan, e 150 dipendenti, ha chiuso il 2024 con un fatturato di 22 milioni.

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