BIODIVERSITA', DOPO IL FALLIMENTO 2010 L'EUROPA CAMBIA STRATEGIA E INVESTE

Sulla biodiversità l’Unione europea non è riuscita a realizzare i propri obiettivi per il 2010, quindi dovrà intensificare i propri sforzi per il decennio in corso: non solo conservare gli ecosistemi in pericolo, ma provare a ricostituire quelli compromessi. Il tema della biodiversità dovrà trovare spazio in tutte le “policies” dell’Unione, a cominciare da quelle per l’Agricoltura e per la Pesca. Lo sostiene il “draft report” sulla strategia della Commissione europea “Biodiversità 2020″, appena approvato dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo e accolto con particolare favore dall’Eurogroup for animals.”Se la plenaria del 18 aprile a Strasburgo – osserva una nota della principale organizzazione europea per i diritti degli animali – lo adotterà nella forma attuale, darà alla Commissione un segnale chiaro sulla necessità che la legislazione europea tenga conto di questi temi”.
La premessa della relazione, predisposta dall’olandese Gerben-Jan Gerbrandy (liberaldemocratici), è che le calorose parole spese dai leader europei in occasione dell’Anno internazionale della biodiversità (2010) non si sono tradotte in misure efficaci. Le statistiche parlano chiaro: a livello mondiale il 60 per cento degli ecosistemi sono degradati o sfruttati in maniera insostenibile (FAO), il 25 per cento delle specie animali europee è minacciato di estinzione, ogni anno – dice uno studio delle Nazioni Unite – subiamo perdite pari al 3 per cento del Pil mondiale per la riduzione della biodiversità. Al punto in cui siamo arrivati, il costo dell’inerzia è di gran lunga superiore a quello degli investimenti che ora si rendono necessari. Poiché tutte le principali politiche europee sono in corso di revisione, sottolinea il rapporto, la prima cosa da fare è cogliere l’occasione per integrare la biodiversità in tutte queste politiche: Agricoltura, Pesca, Coesione territoriale, Energia e Trasporti. L’obiettivo fissato dalla Commissione Ambiente è la ricostituzione del 30 per cento degli ecosistemi degradati entro il 2020 e di adottare una specifica “strategia sulle infrastrutture verdi” entro il 2012. Il testo chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di approfittare del fenomeno dell’abbandono dei terreni agricoli in varie parti d’Europa per avviare operazioni di ripopolamento ed offrire nuove opportunità alle economie locali, di prendere misure per prevenire o contenere l’invasione di “specie non indigene” sul nostro continente, di identificare e abolire tutti gli aiuti che hanno ricadute negative sull’ambiente, di destinare non meno di 5,8 miliardi di euro l’anno a Natura 2000, la rete europea di aree protette create nel 1992 in forza della direttiva habitat. “Raggiungere gli obiettivi fissati dalla Strategia 2020 sulla biodiversità – conclude il rapporto – è possibile. Ciò di cui abbiamo bisogno è tradurre in provvedimenti concreti il sostegno assicurato alla biodiversità da molti leader mondiali”.(Laura Colombo – Grafica Imagika-Fotolia)

Tag: ambiente, animali, aree protette
Condividi su
Facebook
Twitter
WhatsApp
Email

Editoriale

Editoriale
LA “LAUDATE DEUM” E I PASSERI DELL’EVANGELISTA
di Danilo Selvaggi* “Laudate Deum”, la nuova Esortazione apostolica di Papa Francesco, rappresenta un aggiornamento dell’enciclica “Laudato si”, di cui ...
Torna in alto