“Nella normativa unionale non è stabilito alcun divieto generale di esercizio dell’attività venatoria sui valichi montani interessati dalle rotte di migrazione”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo al question time alla Camera a una interrogazione su iniziative urgenti volte a vietare l’attività venatoria sui valichi alpini (Dori – AVS). Il ministro ha sottolineato che la direttiva “Uccelli” impegna gli Stati membri alla tutela dell’avifauna, specie durante i periodi di migrazione, “non menziona la nozione di valichi montani”, ed stata introdotta dal legislatore nazionale, “dando adito, anche a causa di una certa indeterminatezza normativa, a una perimetrazione delle zone interdette alla caccia, frammentaria, non sempre basata su dati scientifici aggiornati e spesso sulla base di criteri disomogenei”. Per questo la previsione di un divieto generale di caccia in questi passaggi “poteva trovare una giustificazione allorquando fu introdotta, ovvero all’epoca di una pressione venatoria altissima di caccia generalista e poco specializzata, per la maggior parte orientata sulla piccola avifauna migratoria. Oggi non è più così. Attualmente il quadro ambientale è cambiato, la pressione venatoria è calata, le specie cacciabili sono state ridotte, sono aumentate invece le esigenze di gestione e controllo della fauna – ha detto Lollobrigida – e in quest’ottica la caccia è divenuta anche strumento di bioregolazione, utile a fronteggiare l’aumento delle popolazioni di ungulati, una vera e propria emergenza ambientale con costi altissimi anche per il bilancio dello Stato nelle sue diverse diramazioni”. L’iniziativa parlamentare che ha portato all’introduzione dell’articolo 15 all’interno della legge delle zone montane “risponde proprio a tali criticità. Da un lato provvede a definire meglio i valichi montani, nei quali per le specifiche caratteristiche morfologiche la caccia va limitata, dall’altro nell’ottica della massima certezza e trasparenza prevede che con decreto interministeriale si proceda all’individuazione cartografica dei medesimi”, ha aggiunto. Il decreto sarà poi oggetto di intesa alla Conferenza delle Regioni. Infine, ha concluso Lollobrigida, nei valichi montani “sono istituite zone di protezione speciale e la caccia è consentita nei limiti e alle condizioni stabilite dalle regioni in un’ottica di tutela dell’ avifauna migratrice e stanziale. Riteniamo che sul profilo costituzionale, che è stata la base della sentenza del Tar, ci sia un oggettivo superamento dato proprio dalla modifica della normativa nazionale voluta da questo Parlamento secondo le regole che la nostra Costituzione impone”.
Editoriale
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