CINA, L’ALTO PREZZO DELLA “GRANDE MURAGLIA VERDE”

Il divieto di pascolo libero è una delle misure chiave di un colossale progetto lanciato dalla Cina nel 1978, soprannominato la Grande muraglia verde. Il piano mirava a creare una cintura vegetale per contenere i deserti e ridurre le tempeste di sabbia che soffiano fino a Pechino. I suoi obiettivi si sono evoluti fino a includere la creazione di terreni coltivabili in zone aride. Pechino vuole renderlo la vetrina del suo impegno per il clima. Il presidente Xi Jinping ha annunciato l’estensione della copertura forestale tra gli impegni del suo paese contro il cambiamento climatico, a settembre all’Onu. Intorno e all’interno del deserto di Kubuqi, la piantumazione di campi e vegetazione per una superficie equivalente a 840.000 campi da calcio ha permesso di creare decine di migliaia di posti di lavoro nell’agricoltura e di ridurre la povertà, hanno riconosciuto le Nazioni Unite in un rapporto del 2015. A ovest del Kubuqi, Bai Lei, di etnia Han, la maggioranza in Cina, estrae dalla sabbia un tubero di cistanche, un ingrediente molto apprezzato nella medicina cinese per i suoi effetti tonificanti. “Qui c’era solo deserto”, spiega con orgoglio, indicando un’area di 300 ettari ricoperta di mais e girasoli. La sua azienda è una delle decine che hanno seguito gli incentivi del governo per coltivare la cistanche nella contea. “La cistanche cresce sulle radici del saxaul (un arbusto adatto agli ambienti aridi) e contribuisce in cambio alla stabilità del suolo”, dice Bai. Nei dintorni, imponenti cartelloni pubblicitari riportano uno slogan di Xi Jinping che proclama: ” Le acque limpide e le montagne verdeggianti sono montagne d’oro e d’argento”.

Tag: ambiente, muraglia
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