A 10 anni dall’Accordo di Parigi, i governi prevedono di produrre nel 2030 un volume di combustibili fossili più che doppio (120%) rispetto a quello che sarebbe compatibile con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C e il 77% in più rispetto a quello che sarebbe compatibile con i 2°C. E’ quanto rileva il Production Gap Report 2025 realizzato da Stockholm Environment Institute (Sei), Climate Analytics e International Institute for Sustainable Development (Iisd). Quando questa valutazione è stata effettuata l’ultima volta, nel 2023, il divario nella produzione di combustibili fossili era del 110% superiore al percorso di riscaldamento di 1,5°C e del 69% superiore a quello di 2°C. Secondo il report, rispetto all’analisi del 2023, i governi prevedono ora livelli ancora più elevati di produzione di carbone fino al 2035 e di gas fino al 2050. La produzione di petrolio prevista continua ad aumentare fino al 2050. Per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di contenere il riscaldamento ben al di sotto dei 2°C, proseguendo al contempo gli sforzi per limitare il riscaldamento a 1,5°C, il mondo deve ora intraprendere riduzioni più drastiche e più rapide nella produzione di combustibili fossili per compensare la mancanza di progressi finora compiuti.
”Nel 2023, i governi hanno formalmente riconosciuto la necessità di abbandonare i combustibili fossili per mitigare i cambiamenti climatici, un obbligo che la Corte internazionale di giustizia ha ora chiaramente sottolineato – afferma Derik Broekhoff, autore principale del rapporto e direttore del programma sulle politiche climatiche del Centro statunitense del Se – Ma, come chiarisce il nostro rapporto, molti Paesi si sono impegnati in una transizione verso l’energia pulita, mentre molti altri sembrano essere fermi al manuale della dipendenza dai combustibili fossili, pianificando una produzione ancora maggiore rispetto a quella di due anni fa”. ”Per mantenere l’obiettivo di 1,5°C, il mondo ha bisogno di ridurre rapidamente gli investimenti in carbone, petrolio e gas, riorientando queste risorse verso una transizione energetica che dia priorità all’equità e alla giustizia – afferma Emily Ghosh, autrice e coordinatrice del rapporto e direttrice Equitable Transitions Program presso il Sei Us – Entro la Cop30, i governi devono impegnarsi a espandere le energie rinnovabili, a eliminare gradualmente i combustibili fossili, a gestire la domanda di energia e a implementare transizioni energetiche incentrate sulle comunità per allinearsi agli obblighi dell’Accordo di Parigi. Senza questi impegni, ritardare ulteriormente l’azione significherà bloccare ulteriori emissioni e peggiorare gli impatti climatici sulle popolazioni più vulnerabili del mondo”. All’analisi e alla revisione hanno contribuito più di 50 ricercatori di tutto il mondo, provenienti da numerose università, think tank e altre organizzazioni di ricerca. Il Production Gap Report 2025 fornisce nuove analisi per 20 grandi Paesi produttori di combustibili fossili, responsabili di circa l’80% della produzione globale di combustibili fossili: Australia, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Germania, India, Indonesia, Kazakistan, Kuwait, Messico, Nigeria, Norvegia, Qatar, Federazione Russa, Arabia Saudita, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.
Editoriale
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