Si indaga sulle cause della morte di tartarughe e delfini
Solo una serie di coincidenze? Dall’inizio dell’anno è in corso un fenomeno preoccupante lungo le coste del Gargano, con 14 animali marini, tra tartarughe e delfini, spiaggiati. Nel primo trimestre già il doppio di casi rispetto all’intero 2011.
Per chiarire le cause del problema si è attivato il presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, che ha deciso di coinvolgere anche il ministero dell’Ambiente, la Regione, l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) per preparare tutte le contromisure possibili.
Non è ancora possibile identificare i motivi di questo triste fenomeno. Si pensa ad un perentorio sbalzo della temperatura o alla presenza di batteri nelle acque che lambiscono le coste garganiche, ma anche a ragioni legate alla “pressione dell’uomo”, come i sonar utilizzati dalle imbarcazioni o per i sondaggi petroliferi. Per fare luce sulla situazione e chiarire qualsiasi dubbio, l’Ente Parco alza la soglia di attenzione e chiede un aiuto a tutti per tutelare l’ecosistema della zona.
“In merito agli spiaggiamenti di animali marittimi che si registrano lungo le coste del Gargano in questo periodo – scrive Pecorella – vorrei sottoporre all’attenzione delle autorità interessate i dati acquisiti dagli uffici che mi supportano e che traggono spunto dalle notizie che il Servizio Veterinario dell’Asl (Azienda sanitaria locale, ndr) Foggia 1 ha l’accortezza di fornire costantemente a questo Ente. Il significativo aumento del numero degli spiaggiamenti, avvenuti nel periodo che va dal 2010 ad oggi necessita della dovuta attenzione perché, quando gli animali sono rinvenuti morti, le cause del decesso risultano ‘sconosciute e non determinabili’, quando invece risultano ancora in vita, la deriva è causata dal presunto ‘raffreddamento dell’acqua e dalle condizioni meteo-marine’. Spesso – continua il presidente – gli animali ritrovati appartengono alla specie tartaruga comune (Caretta caretta) e più raramente si tratta di delfini (Tursiops Truncatus). Il sistema ambientale ci manda dei messaggi che dobbiamo decodificare il prima possibile e con i mezzi più idonei. La tutela e la salvaguardia dell’intero territorio non sono affatto argomenti procrastinabili e serve il serio e costante impegno di tutti. In questi termini il Parco vigilerà e terrà accese le luci su queste vicende”.