IL GIORNO DELLA TIGRE

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Ha scelto la Giornata mondiale della Tigre (istituita in occasione del Summit di San Pietroburgo nel 2010) che si celebra oggi – 29 luglio – per lanciare un appello a difesa di questi grandi felini. Obiettivo del WWF e’ stimolare i governi a rafforzare gli sforzi per combattere il bracconaggio, una piaga che sta mettendo in crisi la fauna selvatica in tutta l’Asia, in particolare le tigri rimaste in tutto il pianeta ad appena 3.900. Un secolo fa ce n’erano 100.000, presenti in 25 Paesi: oggi solo 10 di questi hanno cio’ che resta della tigre, con un habitat ridotto del 97% . Negli ultimi dieci anni la tigre si e’ drammaticamente estinta in paesi chiave come Laos, Vietnam e Cambogia. Il principale pericolo per questi meravigliosi felini e’ rappresentato dai lacci che i bracconieri seminano nelle foreste dove le tigri vivono: facili e veloci da costruire, basta un cavo d’acciaio come quello dei freni delle biciclette, il numero di queste trappole e’ raddoppiato diventando una vera piaga per le foreste asiatiche.
Il commercio illegale di fauna selvatica ormai raggiunge i 20 miliardi di dollari annui e la “manodopera” locale utilizza sempre di piu’ i lacci per intrappolare tigri selvatiche, elefanti, leopardi e altri animali molto richiesti dal mercato nero. Questo traffico illegale e’ il quarto al livello globale dopo quello di droga, traffico di esseri umani e merci contraffatte. ?I lacci sono pericolosi e insidiosi e stanno diventando un fattore determinante dell’onda di estinzione che si sta propagando in tutto il Sud-Est asiatico e che coinvolge anche le tigri. E’ una minaccia che rischia di vanificare tutti gli sforzi finora fatti per difendere le ultime tigri rimaste in Asia?, dichiara Mike Baltzer, responsabile del WWF Tigers Alive. ?E’ indispensabile un forte impegno e maggiori investimenti da parte dei governi per aiutare i ranger, in prima linea nella conservazione della tigre, ad eliminare le trappole e rintracciare i bracconieri? In occasione della Giornata mondiale in Malesia si celebra il Carnevale della tigre con cerimonie, eventi e giochi di strada. In altri Paesi vengono organizzate mostre sulla tigre, con installazioni artistiche che utilizzano le migliaia di lacci sottratti ai bracconieri dai ranger; una celebre marca di birra utilizzera’ un suo prodotto – la Tiger Beer – per informare i consumatori con spot e pubblicita’; e poi raccolte fondi con edizioni speciali di gadget dedicati (magliette) sul web e nei canali televisivi si moltiplicano le serie dedicate alla specie e a chi la sta salvando come la webserie ideata in Francia on-air fino al 30 luglio. Da parte sua WWF Italia ha lanciato in questi giorni una Maratona sul web e sui suoi canali social per informare e raccogliere i fondi necessari a sostenere le attivita’ dei ranger sul campo soprattutto nei paesi dove la minaccia per la tigre resta altissima, tra cui Cina, Bhutan e Bangladesh. L’obiettivo e’ di avere il sostegno di almeno 3890 persone, lo stesso numero delle tigri rimaste in natura. Salvare questa specie – si legge in una nota di WWF – vuol dire molto di piu’ che conservare un animale che gia’ di per se’ possiede un valore intrinseco inestimabile: la sua tutela comporta infatti la conservazione di habitat interi che garantiscono cibo, acqua e protezione dai tanti eventi estremi dovuti al cambiamento climatico per le popolazioni che vivono in quelle aree, ma anche ecoturismo, prodotti farmacologici dalla foresta, etc. Si e’ inoltre provato a calcolare l’indotto generato da 25 servizi ecosistemici forniti da 6 delle 47 riserve in India dove la specie e’ presente, ed anche il valore potenziale complessivo che queste rappresentano. In India vive ancora la meta’ della popolazione mondiale della specie, con oltre 2200 individui. Le sei riserve studiate sono Corbett, Kanha, Kaziranga, Periyar, Ranthambore e Sundarbans. La ricerca ha svelato numeri sorprendenti: il flusso economico generato annualmente dalle riserve prese in esame ammonta complessivamente a una somma compresa tra 110 e 230 milioni di euro l’anno, corrispondenti a 666-2.500 euro per ettaro all’anno. Se si considera invece il valore potenziale attribuibile agli ecosistemi forestali in esse tutelati (come se fosse un “capitale naturale” depositato in banca), i numeri delle 6 riserve sono da capogiro: da 293 milioni di euro a oltre 8 miliardi e mezzo di euro, sebbene molti dei benefici generati dalle riserve non siano stati valutati perche’ intangibili, ma non meno importanti: valori sociali, estetici, culturali ed anche spirituali.
Persino in uno degli Habitat Patrimonio Unesco, la foresta tropicale di Sumatra, l’unico luogo al mondo dove vivono nello stesso habitat tigri selvatiche, oranghi, elefanti e rinoceronti, si stima che tra il 2006 e il 2014 le trappole siano raddoppiate. Tuttavia, molti di questi habitat critici hanno risorse adeguate per la protezione. A Rimbang Baling, una delle aree protette di Sumatra, un piccolo drappello di ranger, appena 26, hanno il compito di controllare oltre 1400 chilometri quadrati, un’area grande quasi il doppio della citta’ di New York. ?Rimuovere queste trappole non basta: i rangers che setacciano il territorio devono essere supportati da maggiori risorse e da una legislazione efficace per poter agire contro i criminali di natura? spiega Rohit Singh, presidente della Ranger Federation in Asia ed esperto di normative a tutela della fauna per il WWF. ?Inoltre, le comunita’ locali devono essere riconosciute e potenziate come attori principali nella conservazione. La protezione della biodiversita’ e’ una garanzia sia per la fauna selvatica sia per le popolazioni?. Nel Parco Nazionale di Gunung Leuser (quasi un terzo dell’intero Patrimonio forestale Unesco di Sumatra), il valore dei servizi della natura (ecosistemici) e’ di oltre 600 milioni di dollari l’anno; il parco “conserva” anche oltre 1,6 miliardi di tonnellate di carbonio e garantisce l’acqua a 4 milioni di persone. Le comunita’ locali dipendono fortemente da queste risorse per la loro sopravvivenza, rendendo ancora piu’ imperativa la lotta al bracconaggio. C’e’ anche una richiesta da parte di tutte le organizzazioni di protezione della natura asiatiche affinche’ vengano adottate misure urgenti: in Cambogia, gruppi di conservazione guidati da Wildlife Alliance stanno lanciando un movimento di sensibilizzazione per educare il pubblico ad evitare il consumo di carne che proviene dall’ambiente naturale, un fattore che alimenta ulteriormente la crisi della fauna selvatica. Nel 2010, i governi dei paesi in cui la tigre era o e’ ancora presente, si sono impegnati a raggiungere un obiettivo di conservazione molto ambizioso mai adottato per una singola specie: TX2 raddoppiare il numero di tigri selvatiche entro il 2022 (Anno della tigre secondo il calendario cinese). Dal 2016, l’onda lunga del declino della specie rispetto al numero globale si e’ finalmente fermata e i dati stanno pian piano risalendo, un segno di speranza per la conservazione globale della tigre. Tuttavia senza uno sforzo congiunto contro la piaga delle trappole la crisi della tigre e’ destinata a riprendere.

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