INDIA, SFRATTO A 400 MILA NATIVI PER SALVARE LE TIGRI

tigre2012.png

Salvare le tigri dall’estinzione o permettere a decine di migliaia di persone di restare nelle loro terre ancestrali? È scontro in India tra le autorità di New Delhi e i circa 400mila nativi della comunità Adivasi, colpiti da un’ordinanza di sfratto. Ne dà notizia Down to Earth, pubblicazione con sede a New Delhi, prodotta dall’istituto di ricerca indiano Centre for Science and Environment, secondo cui proteste si sono tenute nelle principali riserve delle TIGRI a Nagarhole, verso la punta meridionale del Kerala, passando per le riserve centro-orientali di Udanti-Sitanadi, Rajaji e Indravati, fino a quella di Kaziranga, nello stato dell’Assam nell’estremo nord-est. La testata evidenzia come solitamente valga l’equazione secondo cui si tende ad affidare la cura dei territori individuati come santuari per la biodiversità proprio alle comunità autoctone, poiché il loro stile di vita nei secoli ha potuto naturalmente svilupparsi non solo in modo da non compromettere la vita di flora e fauna, ma anche di garantirne una maggiore preservazione. L’India, invece, rappresenterebbe un’eccezione: non è affatto raro che i nativi vengano scacciati: dal 1972 sarebbero state costrette ad abbandonare le proprie case 56.247 famiglie da 751 villaggi in una cinquantina di riserve destinate alla tutela delle tigri, un animale in via d’estinzione di cui oggi restano circa 3mila esemplari. In totale, il felino più grande del pianeta, che può arrivare a pesare 300 chili per tre metri e mezzo di lunghezza, oggi gode di 75mila chilometri quadrati di foreste indiane, stando ai dati della National Tiger Conservation Authority (Ntca)

Condividi su
Facebook
Twitter
WhatsApp
Email

Editoriale

Editoriale
LA “LAUDATE DEUM” E I PASSERI DELL’EVANGELISTA
di Danilo Selvaggi* “Laudate Deum”, la nuova Esortazione apostolica di Papa Francesco, rappresenta un aggiornamento dell’enciclica “Laudato si”, di cui ...
Torna in alto