MILANO, CUCCIOLA DI GREEN HILL AVVISA LA FAMIGLIA DEL ROGO A CASA

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Tabata, scampata ai test, ha svegliato tutti. “Salvi per lei”

“Tabata, il nostro miracolo. L’abbiamo salvata, ma lei ha salvato noi: se non l’avessimo avuta, forse non ci saremmo più”. È stata la piccola Tabata, beagle di Green Hill, strappata a un destino di torture quando aveva meno di sei mesi, ad abbaiare forte, in piena notte, per avvertire i nuovi proprietari, una famiglia di Groppello d’Adda, frazione di Cassano, nel milanese, di un incendio che stava ingoiando il sottotetto. La famiglia affidataria, ora che il Tribunale di Brescia ha pronuncia la sentenza sui vertici (http://www.nelcuore.org/focus/item/green-hill-8.html), racconta con gioia la storia della cagnolina al quotidiano “Il Giorno”. Per Tabata, aggiunge, “aspettiamo di leggere, nero su bianco, che finalmente è davvero nostra”.
Era il 7 agosto del 2012 quando Monica Olivieri ha iniziato a vedere sul web come ottenere in affidamento dalle associazioni animaliste un cagnolino di Green Hill, da donare ai genitori. “Avevano perso un cane che aveva vissuto con loro diciotto anni, e ne desideravano un altro. Non fu difficile. Ci mettemmo in lista, e ci chiamarono quasi subito”. Il resto lo racconta Santina Bocchi, mamma di Monica e proprietaria della cagnolina.
“Quando Tabata ci fu consegnata aveva sei mesi. Andammo a ritirarla come tutti gli altri al canile di Segrate. Non fummo noi a sceglierla, naturalmente. Anzi, avevamo chiesto un maschietto”. La bestiola era ancora molto piccola e in discrete condizioni di salute. “Tutto sommato stava bene. Aveva tutte le ‘stranezze’ dei cuccioli che venivano da quell’allevamento, rispetto alle quali le associazioni che si occupavano degli affidi ci avevano già avvisato. Non aveva mai visto la luce del sole, né calpestato un filo d’erba, né camminato. Dovevo darle da bere con la siringa, perché da sola non sapeva farlo. Ha imparato tutto copiando dal nostro gatto, diventato il suo compagno”. E, ovviamente, c’è qualcosa che ancora la terrorizza: “Aveva ed ha una paura folle degli oggetti metallici e dei rumori improvvisi”.
Mese dopo mese, la nuova vita riserva delle gioie. Santina è in costante contatto con le associazioni, tra cui la Lav, per aggiornarsi sull’andamento delle udienze e con altri affidatari per condividere esperienze sui cuccioli “rinati”, Tabata sempre meglio si ambienta nella nuova casa, una bella casa di corte in via Pacelli, a Groppello d’Adda. Poi il miracolo, in una notte d’autunno, molto dopo il suo arrivo. “Io e mio marito dormivamo da ore, era notte fonda – racconta Santina -. Tabata dormiva, come spesso faceva agli inizi, sul divano della sala. Ci svegliò di soprassalto abbaiando furiosamente, correndo avanti indietro dal salotto alla nostra stanza. Lei di notte non abbaia mai. Ci mettemmo poco a renderci conto che l’aria era già satura di fumo”. Il fuoco, innescato da una stufa, aveva attaccato i travetti del soffitto. “Non so se avremmo avuto modo di accorgerci da soli, e in tempo, di quel che accadeva”. La chiamata ai vigili del fuoco, lo sgombero di tutto lo stabile e un lungo anno di problemi e difficoltà, “ma siamo vivi. Se lei non ci fosse stata, chi lo sa”.

Tag: animali, maltrattamenti, sperimentazione, vivisezione
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