“Basta fake news sull’orso in Val Grande. L’unico strumento per capire quanti siano gli orsi sono le analisi genetiche e tutto è sempre risultato riconducibile a M29”. Lo ha detto il presidente del Parco nazionale Val Grande, Luigi Spadone, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del progetto di monitoraggio tramite radiocollare della fauna selvatica (i lupi, oltre all’orso) nell’area protetta del Verbano-Cusio-Ossola. “Evitiamo inutili allarmismi – ha aggiunto Spadone commentando le voci, circolate nelle scorse settimane, sull’ipotesi che possa esserci un secondo esemplare -. Al 99,99% l’unico orso è M29”. Si tratta di un esemplare maschio, nato nel 2013 e appartenente alla popolazione trentina, osservato in passato anche in Lombardia e in Svizzera, la cui presenza nel territorio dell’area protetta piemontese è attestata da tempo e che non ha mai mostrato segni di aggressività né di interesse nei confronti dell’uomo. Per quanto riguarda l’applicazione del radiocollare all’orso, di cui si era parlato già nei mesi scorsi dopo che il plantigrado aveva predato alcune arnie, nel corso della conferenza è stato spiegato che si era già ottenuta una “pre-autorizzazione”, ma che per procedere “occorre presentare un vero e proprio progetto al ministero dell’Ambiente”, progetto che al momento è in corso di preparazione.
Editoriale
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di Danilo Selvaggi* “Laudate Deum”, la nuova Esortazione apostolica di Papa Francesco, rappresenta un aggiornamento dell’enciclica “Laudato si”, di cui ...
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