Si è concluso nei giorni scorsi l’inanellamento dei pulcini di falco cuculo nati nella bassa parmense: 150 i giovani rapaci che sono stati pesati, misurati e dotati di anello Ispra di riconoscimento. Lo rende noto la Lipu che ha coordinato le complesse operazioni portate a termine grazie allo staff del settore Conservazione, a una ventina di volontari della delegazione di Parma e ad alcuni studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia guidati dal docente Dino Scaravelli.
La popolazione nidificante di falco cuculo del parmense è la importante in Italia e vanta oggi tra le 140 e le 150 coppie, un dato record da quando la specie ha iniziato a insediarsi in modo più consistente nella pianura parmense (dove già era presente fin dal 1995), grazie alla presenza di abbondanti prati stabili e medicai – tipiche della produzione del Parmigiano-reggiano e ricche di prede come insetti e piccoli mammiferi – e soprattutto dalle cassette nido artificiali collocate sugli alberi dalla Lipu nell’ambito, inizialmente, di un progetto Life partito nel 2009 e conclusosi nel 2012. Dalle 60 cassette nido iniziali, il numero è via via aumentato fino a raggiungere le 200 attuali: oltre la metà (109) sono state occupate dai falchi cuculo, che comunque hanno utilizzato nidi naturali di corvidi in 32 casi.
“Le fasi dell’operazione sul falco cuculo sono due – spiega Michele Mendi, delegato della Lipu di Parma e Consigliere nazionale – la prima si effettua in inverno, quando ripariamo le cassette danneggiate e prepariamo il fondo con la ghiaia. La seconda è quella estiva, durante la quale verifichiamo il successo riproduttivo delle singole coppie nidificanti e inanelliamo i pulcini che hanno raggiunto l’età idonea, cui, dopo averli pesati e misurati, applichiamo anelli metallici forniti dall’Ispra e anelli colorati con sigle alfanumeriche per la lettura a distanza, utile per determinare gli spostamenti e le rotte migratorie”.
(Testo Lipu, foto di Andrea Mazza su sito Lipu)