RANDAGIO UCCISO A SERRA SAN BRUNO, ENPA VALUTA AZIONI LEGALI

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“Preoccupante mancanza di umanità e civiltà”

L’Ente Nazionale Protezione Animali sta valutando le opportune iniziative legali da assumere contro tre persone denunciate dai Carabinieri per avere sparato ad un randagio, uccidendolo sul colpo, perché infastidite dalla sua presenza. Il tragico fatto (vedi http://www.nelcuore.org/blog-associazioni/item/vibo-valentia-uccidono-il-grosso-randagio-perche-dava-fastidio.html ) è avvenuto nei giorni scorsi a Serra San Bruno (Vibo Valentia); come riferito da fonti di stampa, il cane – un meticcio – era conosciuto dai residenti del luogo per essere un animale mite e mansueto.
Purtroppo – spiega l’Enpa – questo non è il primo caso che si verifica nella zona delle serre calabresi. Alcune settimane fa, infatti, un cucciolo è morto dopo essere stato legato ad un ulivo e abbandonato a sé stesso sotto il sole, senza cibo né acqua. Stessa sorte è toccata, poco prima, ad altri due animali, freddati entrambi con un colpo di fucile alla testa: il primo perché era diventato “troppo esuberante”, il secondo perché abbaiava alle automobili di passaggio.
La responsabilità di queste terribili uccisioni, che denotano una preoccupante mancanza di umanità e la negazione di ogni regola del vivere civile, ricade non soltanto sugli autori di crimini così efferati – è bene ricordare che l’uccisione e il maltrattamento di animali sono reati puniti dal nostro codice penale -, ma indirettamente anche sulle istituzioni locali, colpevoli di pesantissimi ritardi nelle politiche di prevenzione e gestione del randagismo. Del resto, non sono pochi i canili della zona che si troverebbero in precarie condizioni – come denunciato dalla stampa, la struttura di Vibo Valentia sarebbe addirittura al collasso -, mentre i servizi veterinari delle Asl non procederebbero con la dovuta solerzia ed efficienza alla sterilizzazione dei cani randagi.
Tutto questo – sottolinea la Protezione Animali – rappresenta una aperta violazione della normativa italiana che su questa materia prevede una chiara divisione dei compiti, individuando nel Sindaco il responsabile per gli animali vaganti sul territorio. “Naturalmente, le nostre prossime iniziative legali – dichiara l’Enpa – tengono conto anche di questo elemento: è intollerabile che animali innocenti siano trucidati con tanta efferatezza. Questo è un crimine che dovrebbe ripugnare alla coscienza di tutti noi, soprattutto a quella di chi è chiamato ad amministrare il territorio ed a portare a soluzione le criticità”.

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