SCOZIA, IL MAIALINO CLONATO PIG 26 NATO NEL LABORATORIO DI DOLLY

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Grazie all'”editing genetico”. Coldiretti: italiani impauriti

Dopo Dolly, un altro animale creato dagli scienziati in Scozia. Il laboratorio dove è stata clonata la pecora Dolly ha fatto nascere un maialino geneticamento modificato ricorrendo all'”editing genetico”. Si chiama Pig 26 ed è il primo animale prodotto grazie a questa nuova tecnica di ingegneria genetica. E’ nato quattro mesi fa al Roslin Institute di Edimburgo, secondo il quotidiano inglese Daily Telegraph.
L'”editing genetico” è un processo semplice durante il quale i ricercatori “tagliano” il Dna dell’animale e inseriscono nuovo materiale genetico, modificando una sola delle tre miliardi di “lettere” del suo genoma. La nuova tecnica – più rapida ed efficiente rispetto ai metodi attualmente utilizzati – non prevede il ricorso a geni resistenti agli antibiotici, uno dei punti caldi e più criticati dagli attivisti. Gli scienziati sperano che la tecnica possa rendere l’ingegneria genetica del bestiame più accettabile per l’opinione pubblica e puntano a creare un’innovativa strategia per nutrire la crescente popolazione della Terra.
Il metodo in questione ha una percentuale di successo del 10-15 percento, rispetto al meno dell’un percento delle strategie attuali, e simula una mutazione genetica tale per cui risulta impossibile dopo l’intervento individuare, esaminando il Dna dell’animale, se è stato o meno artificialmente modificato.
“Possiamo sbarazzarci così della resistenza agli antibiotici e, in alcuni casi, anche della clonazione”, ha spiegato al Telegraph Bruce Whitelaw, tra gli autori dello studio. Pig 26 è stato progettato per avere un gene che lo rende immune dalla peste suina africana, un virus in grado di uccidere i maiali europei entro 24 ore dal contagio. Il gene è stato prelevato dai suini selvatici africani, naturalmente immuni al virus ma che non possono riprodursi con le specie europee.
“Tecniche simili di ingegneria ‘pulita’ potranno essere usate per generare altri animali come bovini e ovini immuni da una serie di malattie”, informano i ricercatori.
Eppure il maiale geneticamente modificato creato in laboratorio non piace. Piuttosto, fa paura a tre italiani su quattro (75%) che non porterebbero mai in tavola i suoi derivati. Lo rivela Quotidiano.net citando uno studio della Coldiretti sulla base dei dati Eurobarometro.
Il livello di scetticismo degli italiani, nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio – insiste l’associazione degli agricoltori – rimane elevato. Poi attacca: la realtà è che le manipolazioni genetiche attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini.

Tag: animali
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