Sprigionata nube tossica, rasi al suolo decine di edifici
Decine di morti, centinaia di feriti, dieci edifici in fiamme, una sessantina di case rase al suolo nel raggio di cinque chilometri. Sono i numeri ancora parziali della strage provocata dallo scoppio di una fabbrica di fertilizzanti, la West Fertilizer. Co, nei pressi di West, un piccolo centro a trenta chilometri da Waco, in Texas. Non si conoscono ancora le cause dello scoppio che ha provocato anche una nube tossica che può essere letale. ”Basta respirarla due volte per andare incontro a ustioni terribili, con un pericolo di vita immediato”, ha detto all’Ansa Alessandro Barelli, responsabile del Centro antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma.
“Sono ancora tante le case crollate dove credo ci sia tanta gente in trappola. Temo che ci siano molti, molti morti”, ha detto un medico del pronto intervento, George Smith, alla Cnn. Si tratta dello stesso che avrebbe parlato di 60-70 morti. Decine di edifici vicino all’impianto, tra cui una clinica, sono stati squarciati dalle fiamme e completamente rasi al suolo. Lo scoppio si è verificato alle 19.50, quando in Italia erano le 2.50.
All’inizio si è sviluppato un incendio, per cui si erano recate sul posto diverse squadre di vigili del fuoco. Proprio un pompiere sarebbe la prima vittima accertata e, secondo Tommy Muska, sindaco di una cittadina vicina, West, almeno cinque o sei uomini arrivati per spegnere le fiamme sono tra i dispersi. Poi, un boato – registrato dal sismografo di Amarillo (Texas) a circa 650 chilometri di distanza – ha fatto fermare la macchina dei soccorsi. Intanto, proprio West, con circa 2.800 abitanti, è stata evacuata.
Stando a quanto riferiscono i media locali, c’è un forte odore di ammoniaca e si teme la diffusione di una nube tossica, che potrebbe colpire a causa del vento anche Dallas e le città vicine, dove vivono sei milioni di persone. D. L. Wilson, portavoce del Dipartimento di pubblica sicurezza, ha detto in una conferenza stampa: “Stiamo monitorando la situazione e abbiamo evacuato le zone circostanti più a rischio”.
