La Procura di Trento ha depositato la richiesta di archiviazione nei confronti di quattro cittadini di origine rumena indagati per maltrattamento di animale nell’ambito dell’attività di pastorizia svolta temporaneamente sul Monte Bondone. Il procedimento era scaturito in seguito alle segnalazione dell’associazione animalista Lav, a partire dall’estate del 2023. Le immagini depositate dall’ente avevano portato al sequestro del gregge da parte del Corpo forestale provinciale, lo scorso 8 marzo. Tra gli indagati, in un altro procedimento, vi erano anche i proprietari del gregge, che hanno poi depositato istanza di patteggiamento. Secondo la Procura “appare fondata la prognosi della mancanza del dolo di ‘crudeltà’ in capo agli indagati”. Dalle indagini, si legge nella richiesta di archiviazione, è emerso che i quattro pastori, “privi di documenti e con conoscenza pressoché nulla della lingua italiana, risultavano essere tenuti a lavorare in condizioni logistiche e igieniche quasi al limite della tollerabilità umana”. In particolare, uno dei quattro pastori era stato trovato dagli agenti di polizia giudiziaria “fisicamente e visibilmente provato”. Un altro indagato ha inoltre evidenziato come l’assunzione come bracciante agricolo comportasse un compenso mensile di 37,92 euro e che “fossero costretti a uccidere gli agnelli per sfamarsi”. L’associazione Lav ha annunciato che si opporrà all’archiviazione. “Il lavoro di indagine e di denuncia svolto dallo Sportello contro i maltrattamenti sugli animali di Lav a Trento ha mostrato che le violenze contro le pecore e gli agnelli erano una prassi per tutti i pastori: non si trattava di procedure per la gestione del gregge, ma di un vero e proprio modus operandi”, ha spiegato all’ANSA, Simone Stefani, responsabile della sede Lav di Trento