USA, IL PRODUTTORE DI SIGARETTE LORILLARD: STOP AI TEST SU ANIMALI

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Peta: “Topi e ratti inalano il fumo: a rischio cancro”

Lorillard Inc., azienda produttrice di sigarette, ha vietato la sperimentazione animale dopo le discussioni con la Peta, che ha sollevato preoccupazioni per gli studi di settore in cui gli animali sono stati costretti ad inalare fumo di sigaretta, mangiare tabacco e hanno catrame di sigaretta sulla loro pelle. La terza più grande società di tabacco degli Stati Uniti e creatrice delle sigarette di marca Newport marca confermato la nuova politica a The Associated Press ieri. In pratica, la società promette che svolgerà o commissionerà più ricerche sugli animali a meno che non sia necessario per soddisfare i requisiti normativi. L’azienda, con sede a Greensboro, in North Carolina, ha fatto sapere anche che non fa alcun test sulle bestiole da circa tre anni.
Le tecniche più recenti, come le prove in vitro, in cui gli esperimenti sono fatti in provetta, e i modelli al computer possono essere utilizzati per verificare la tossicità al posto dei test su animali, ha detto il dottor Neil Wilcox, responsabile del reparto compliance della Lorillard, in una dichiarazione .
Peta, dal canto suo, ha detto che è in attesa di delibera degli azionisti anche da altri due colossi statunitensi del tabacco, Reynolds American Inc. e Philip Morris International Inc., che commercia le Marlboro e altre marche di sigarette estere. L’associazione ha poi fatto sapere che è attualmente in trattativa anche con la Richmond Altria Group Inc., proprietaria della più grande società di tabacco della nazione, Philip Morris USA.
Nelle sue proposte, Peta cita studi della Lorillard e le altre aziende produttrici di tabacco, nei quali a ratti e a topi sono stati dati alimenti contenenti tabacco senza fumo o, in cui, le bestiole sono state bloccate in contenitori e costretti a respirare il fumo di sigaretta per ore ogni volta. Gli animali, che sono stati volutamente allevati per avere una crescita del rischio di cancro, sono stati uccisi e sezionati al termine degli esperimenti, secondo l’associazione animalista.
Per il sito web aziendale, Philip Morris International limita gli studi sugli animali nei casi in cui non sono disponibili altre alternative e aderisce alle migliori pratiche per la cura degli animali, affermate a livello internazionale, per garantire che vengano trattati umanamente e responsabilmente. Anche Altria su internet fa un discorso di questo tipo e aggiunge che la stragrande maggioranza della ricerca scientifica interna ed esterna della società non comporta la sperimentazione animale. Reynolds American, intanto, ha assunto una posizione simile in un comunicato ieri, ma ha detto che la società si è impegnata a ridurre i danni del tabacco, oltre a ritenere che “deve riservarsi la flessibilità di effettuare la sperimentazione animale”, se i test sono pertinenti e necessari per raggiungere l’approvazione dei prodotti del tabacco dalla Food and drug administration (Fda).

Tag: animali, maltrattamenti, sperimentazione, vivisezione
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