COP16 BIODIVERSITA’, ANCORA STALLO SUGLI AIUTI DAI PAESI RICCHI

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, sei capi di Stato e un centinaio di ministri sono attesi oggi a Cali, in Colombia, nel momento culminante dei negoziati sulla biodiversità COP16, per fermare la distruzione della natura, obiettivo essenziale per la prosperità dell’umanità. A Cali, epicentro della salsa colombiana, i delegati di 196 paesi cercano dal 21 ottobre di mettersi d’accordo su come impegnarsi per raggiungere gli obiettivi fissati due anni fa nell’accordo di Kunming-Montréalì: piazzare il 30% del pianeta sotto protezione minima, dimezzare i rischi dei pesticidi e dell’introduzione di specie invasive, mobilitare 200 miliardi di dollari all’anno per salvaguardare la natura, ecc. Ma a tre giorni dalla fine della 16a conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, che dovrebbe concludersi il 1° novembre, il balletto dei negoziatori è ancora una volta impantanato nelle rivalità tra paesi ricchi e paesi in via di sviluppo. Si tratta principalmente di questioni relative agli aiuti finanziari da parte dei paesi ricchi, presagio dello stallo atteso a novembre alla COP29 sul clima a Baku. Si discute anche sull’adozione di un meccanismo affinché i profitti realizzati dalle aziende – cosmetica e farmaceutica in testa – grazie ai dati genetici digitali (DSI, in inglese) di piante e animali raccolti nei paesi in via di sviluppo siano condivisi con le comunità che hanno li conservarono. Ma il tempo stringe: a cinque anni dall’obiettivo, solo il 17,6% delle terre emerse e delle acque interne e l’8,4% degli oceani e delle aree costiere si trovano in aree protette, secondo il rapporto di riferimento presentato lunedì a Cali, che evidenzia l’assenza di chiari progressi per due anni. E la distruzione della natura, attraverso la deforestazione, lo sfruttamento eccessivo o il cambiamento climatico, continua: una specie di albero su tre è a rischio di estinzione, secondo la Lista Rossa IUCN, aggiornata lunedì. La COP16 sulla biodiversità è già riuscita a mettere la crisi della natura su “un piano di parità” con la crisi climatica, ha accolto lunedì la presidente colombiana Susana Muhamad in un’intervista all’AFP. Con 23.000 partecipanti annunciati, è la più grande COP sulla biodiversità mai organizzata.

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