L’ultimo esemplare allo stato selvatico era stato avvistato tra le steppe dell’Asia centrale nel 1969. Dichiarato estinto in natura, la lunga maratona per il ritorno del cavallo di Przewalski è iniziata nel 1992, grazie all’allevamento nei parchi zoologici d’Europa. Con gli ultimi 7 reintrodotti quest’anno, il 2024 celebra i 32 anni di progetto e un definitivo “back from extinction” con poco più di 1.300 esemplari ora liberi tra Cina, Mongolia e Kazakistan. A fare il punto sui numeri di uno dei più grandi successi della conservazione della biodiversità è stato il Parco Natura Viva di Bussolengo, l’unico parco zoologico d’Italia che ospita i cavalli di Przewalski sin dal 2007, insieme alla Fondazione Arca, in occasionne della rassegna Fieracavalli a Verona. Reduce da una recente spedizione di monitoraggio in Mongolia, il Parco Natura Viva ha raccontato il progetto europeo condotto dallo Zoo di Praga, dalla Zoological Society di Francoforte, dallo Zoo di Berlino e dallo Zoo di Norimberga, insieme al Parco Nazionale Hortobágyi e agli enti locali. Un sodalizio che oggi gestisce una riserva genetica di 328 animali, la stessa che ha permesso a questa specie di non scomparire per sempre e tornare indietro nella Lista Rossa della Iucn da “estinta in natura” a “in pericolo” di estinzione. Ma l’obiettivo di sostenibilità delle popolazioni non è ancora stato raggiunto e le minacce di degradazione dell’habitat ancora pendono sull’ultima specie di cavallo selvatico esistente. “Per la prima volta quest’anno – spiega Caterina Spiezio, direttrice scientifica di Fondazione ARCA del Parco Natura Viva, rientrata da poco dalla spedizione – è stato aggiunto il Kazakistan ai siti di reintroduzione, con l’obiettivo di creare una continuità tra le popolazioni già reintrodotte nelle vicine Cina e Mongolia. Ed è proprio in quest’ultimo areale storico del cavallo di Przewalski, che si concentra il numero maggiore di esemplari. Ma ancora non basta. Il monitoraggio che abbiamo condotto tra le steppe del Parco Nazionale di Hustai ha fotografato una delle popolazioni più estese al Mondo con oltre 300 esemplari, organizzati in 70 gruppi”. T Per Spiezio tuttavia, “solo quando la popolazione sarà aumentata a circa 500 takhi (il nome mongolo tradizionale di questa specie) serberemo davvero fiducia nel futuro di questi cavalli. Tutti gli sforzi per preservare in modo sostenibile le popolazioni non porteranno a nulla, se anche il loro habitat non godrà dell’adeguata protezione”. (Foto EPA FILIP SINGER)
IL RITORNO DEI CAVALLI SELVATICI IN ASIA CENTRALE: SONO 1300
Tag: cavalli
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