TRENTO, IL FUNGAIOLO FERITO: “L’ORSO NON VA ABBATTUTO”

Nonostante la forte paura e il mal di schiena per lo schiacciamento a terra prodotto dall’orso, Andrea, il trentatreenne di origine piemontese che, nel bosco a dieci minuti da casa sua, a Bleggio Superiore, si è imbattuto in un plantigrado, sta bene, è tornato a lavorare, tornerà nel bosco (ma “facendo molto rumore”) e dichiara, convinto, che l’orso non va abbattuto: “Serve calma”, dice in un’intervista al “Corriere della sera”. “Sappiamo che ci sono gli orsi, in zona li hanno visti dappertutto e non è mai successo niente a nessuno. Magari l’orso mi ha visto all’improvviso e, per scappare, ha reagito così. Si è solo difeso, mi ha quasi avvisato della sua presenza. Di mia iniziativa non mi viene in mente di andare a dire che mi ha aggredito un orso“

Scampato il pericolo, ritornato sano e salvo a casa, dunque, anche il diretto interessato, operaio comunale ed ex boscaiolo, si dice convinto che uccidere il plantigrado che lo ha aggredito è sbagliato e che “purtroppo” bisogna convivere con gli orsi che vivono proprio a ridosso della casa dove abita.

Racconta per filo e per segno la sua avventura. Era nel bosco verso le cinque di sera, sulla strada, di ritorno a casa, e si era chinato a raccogliere dei funghi, quando è stato colpito di spalle dall’orso che lo ha gettato a terra. L’uomo, d’istinto, faccia a terra, ha portato le braccia sul capo. Poco dopo l’orso è scappato via e Andrea, pian pianino, è tornato in paese, dove è stato medicato per lesioni leggere.

Spiega che il giorno successivo è stato contattato da “chi gestisce i grandi carnivori in Trentino”. Così ha portato sul luogo dell’aggressione il comandante della Guardia forestale, con i cani da traccia. Racconta: “Ha trovato impronte sul terreno e prelevato un campione di pelo. È andato avanti tutto il giorno a cercare, ma la notte e la pioggia forte possono aver cancellato le impronte. Gli ho anche lasciato la mia maglietta, perché vogliono vedere se ci sono tracce di dna. Sarà difficile perché non ci sono morsi, magari qualche pelo».

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Editoriale

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