Auto-consolazione per una categoria in declino
Domani, 1 settembre, prende il via una nuova stagione di caccia. “E’ la cosiddetta preapertura prevista dalla legislazione nazionale nel rispetto delle normative europee e delle indicazioni dell’Ispra. Per lo piu’ la caccia potra’ essere esercitata da appostamento e solo a limitate specie migratrici, con particolare riferimento alla tortora e in alcuni casi a colombaccio ed acquatici, o ad alcune specie opportuniste (corvidi) anche per rispondere all’esigenza manifestata dagli agricoltori di una piu’ concreta difesa delle colture in atto”. Cosi’ Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arci caccia (nella foto). L’apertura della caccia “e’ distribuita a macchie di leopardo anche se riguardera’ essenzialmente le regioni del Centro-Sud- spiega Veneziano- e solo una parte dei cacciatori annotera’, domenica mattina, la giornata venatoria sul tesserino rilasciato dai comuni di residenza”. Cio’ detto, “non c’e’ che da prendere atto positivamente che il ‘meraviglioso rito’ della caccia torna a realizzarsi nelle forme e nei tempi indicati dalla legge italiana- dichiara Veneziano- una delle piu’ corrispondenti d’Europa alle indicazioni del mondo scientifico nonche’ rispettosa delle esigenze di tutela di colture agricole, risorse del nostro paesaggio rurale”.
Alate parole, destinate a confortare una categoria in costante declino. Ma per gli alati veri, da domani, sono veri guai.