ZIMBABWE, ANIMALI COME FIGURANTI ALLA CONFERENZA DEL TURISMO

zebrapeta.jpg

Deportati in massa per stupire i delegati

Una deportazione di massa per centinaia di animali della savana, opera del Governo dello Zimbabwe. La denuncia, di cui parlato il “Daily Mail”, proviene dalla Conservation Task Force Zimbabwe: 151 gnu , 100 impala, 60 zebre, 25 eland e dieci giraffe sono state strappate al loro habitat abituale e trasportate per oltre 400 chilometri dalla Save Valley Conservancy nel sud-est del Paese allo Zambesi National Park, nella provincia di Masvingo. L’obiettivo: mostrare la zona densamente popolata dai caratteristici animali africani.
Proprio tra Livingstone (Zambia) e Victoria Falls (Zimbabwe), infatti, si è svolto, dal 24 al 29 agosto, il vertice dell’Organizzazione mondiale del turismo con la partecipazione di oltre 1200 delegati, tra rappresentanti di governo ed operatori del settore, provenienti da tutto il mondo. Presenti anche le massime cariche istituzionali dei due Paesi, Robert Mugabe dello Zimbabwe e Michael Sata di Zambia. Il Governo zambese deve aver pensato che non poteva farsi sfuggire un’occasione così importante per mostrare “al mondo” la straordinaria ricchezza della natura africana. A scapito dei poveri animali. “Il governo – ricorda la Conservation task Fortce Zimbabwe – sostiene da sempre di avere una grande varietà di animali. Allora perché è stata necessaria questa deportazione: per permettere ai delegati ONU di vederli?” ha affermato Johnny Rodrigues, responsabile dell’organizzazione. E gli spettatori, avranno apprezzato? Considerando che l’UNWTO non ha distribuito documenti su carta per salvare gli alberi, nel rispetto della politica di protezione ambientale del sistema delle Nazioni Unite, qualche dubbio rimane. (Laura Colombo)

Condividi su
Facebook
Twitter
WhatsApp
Email

Editoriale

Editoriale
LA “LAUDATE DEUM” E I PASSERI DELL’EVANGELISTA
di Danilo Selvaggi* “Laudate Deum”, la nuova Esortazione apostolica di Papa Francesco, rappresenta un aggiornamento dell’enciclica “Laudato si”, di cui ...
Torna in alto